Un problema del quale, fortunatamente, a livello mondiale siamo diventati molto più sensibili. Con tante città che ormai ovunque, Italia compresa, interrompono la circolazione delle automobili nel weekend per mettere un momentaneo freno all’inquinamento e permettere un ricambio dell’aria. E che però ancora oggi tendiamo a sottovalutare, nonostante sia ormai pacifico che lo smog sia da considerare tra le principali cause di mortalità e di malattia. Come spiegato sulle pagine del Sole 24 Ore dal Edoardo Croci, professore del centro ricerche green dell’università la Bocconi, nello Stivale uno dei problemi resta la Pianura Padana, tra le aree più inquinate d’Europa insieme alla Slesia per la presenza di polveri sottili e biossido di ozono.
I costi sociali restano perciò alti, con un alto numero di ricoveri e dei momenti di emergenze di picco, con veri e propri boom di persone assenti dal lavoro per malattia. A questo si aggiungono i cosiddetti “costi strutturali” legati a queste concentrazioni perduranti superiori ai limiti a garanzia della salute, che fanno sì che in termini di malattie e mortalità e patologie la situazione sia ancora drammatica. In Italia purtroppo abbiamo il record stimato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente di 84 mila morti all’anno per cause legate all’inquinamento atmosferico. Un numero alto, in linea con i dati del resto del mondo: i decessi globali sono annualmente 7 milioni, di cui la metà per inquinamento atmosferico e la metà per inquinamento indoor, all’interno delle case.
Le situazioni più gravi sono quelle di Paesi come Africa e in Asia, ma i numeri restano comunque impressionati e riguardano, oltre che la mortalità, una serie di impatti importanti per cui si vive peggio, ci sono malattie croniche generate dallo smog e via dicendo. In particolar modo, sono le patologie a livello respiratorio e cardiocircolatorio a essere più frequenti causa ambiente.
Le soluzioni possibili sono tante, anche se alcune (come la chiusura delle città nel weekend già citata in precedenza) hanno di fatto un valore più che altro dimostrativo. A essere necessaria sarebbe una radicale rivoluzione dello stile di vita, con spostamenti sempre più spesso in bicicletta o a piedi. La complessità sta nel fatto che in qualche modo certi inquinanti come le polveri sottili sono anche frutto della ricombinazione nell’aria di altri inquinanti che qualche volta hanno origine industriale o addirittura agricola. Quindi i colpevoli sono molti e non c’ è un’unica soluzione, ma ci devono essere una serie di misure per intervenire su ciascuno di questi fattori.
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