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Nessun rinvio dei tributi locali. Il governo di ‘Promettopoli’ gioca ancora a scaricabarile

Pubblicato il 08/05/2020 17:34 - Aggiornato il 08/05/2020 17:46

Nel capitolo enti locali della manovra anticrisi non è prevista la moratoria per i tributi locali. La storia sembrerebbe ripetersi. Il governo scarica le proprie responsabilità; in questo caso sui comuni. “A ogni sindaco l’autonomia di scelta” sulle scadenze dei tributi locali. Laura Castelli, viceministra dell’Economia, afferma: “È giusto che i Comuni decidano nella propria autonomia, con la garanzia del fondo statale che interviene a ristorare le mancate entrate”. Questo genererà caos? Una cosa è certa, se le garanzie di cui parla la viceministra sono le stesse su cui poggiava il decreto liquidità, allora bisogna restare in guardia. Il quotidiano “Il Sole 24 ore” riferisce che il governo mette sul piatto tre miliardi (e 500 milioni per le Province). Il problema del procedimento autonomo è che possa avvenire la moltiplicazione dei calendari. Ogni comune fissa un quadro di scadenza diversificato per tributo. 

Fondamentale in questo contesto saranno i tavoli di monitoraggio per fare i conti e per “trovare l’equilibrio migliore fra le esigenze dei contribuenti, dei comuni e del bilancio statale”. Il fondo da tre miliardi pertanto si avvarrà di due diverse tempistiche. Il 30% arriverà subito e sarà distribuito in proporzione alle proprie entrate. Il resto prima della pausa estiva, al 10 luglio, e dipenderà dal monitoraggio: perdite stimate, su cui potranno incidere ovviamente le decisioni locali sul calendario, ma anche i risparmi di spesa pubblica locale determinati dal blocco di alcune attività. Tutti i tributi potrannno essere spostati con un’unica eccezione: la quota Imu che le imprese, alberghi e centri commerciali versano allo Stato. Il ministro della Cultura e del Turismo ha però proposto di bloccarne il pagamento almeno per gli alberghi, in crisi di liquidità e con prospettive molto incerte. 

Un ulteriore punto che ruota attorno ai tributi locali interessa il pagamento del suolo pubblico. La direzione sembrerebbe quella di non aggiungere il pagamento dell’allargamento dello spazio imposto per il distanziamento necessario per le precauzioni sanitarie. 

Cambia il colore, ma la sostanza, o melgio l’inconsistenza resta la stessa. Tutte strategie vuote che di fatto sono inconcludenti e che si prestano solo a generare confusione e a scaricare a terzi le responsabilità di gestione di cui lo Stato in questo momento di emergenza dovrebbe farsi carico. Proprio come è avvenuto con il decreto per fornire liquidità alle imprese, quando il governo ha introdotto strategicamente la mediazione delle banche. 

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