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Nasce l’asse Meloni-Draghi! Così il premier e la leader FdI preparano la nascita del prossimo governo

Pubblicato il 02/09/2022 10:48

Secondo molti sondaggisti, il copione sarebbe già scritto. A ricevere la campanella dalle mani di Mario Draghi e succedergli nel ruolo di presidente del Consiglio sarà con tutta probabilità Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia indicata da tutti come la più forte di questa tornata elettorale. Quello che però continua a sfuggire a molti analisti è che il cambio di rotta potrebbe essere molto, molto meno netto di quanto si potrebbe immaginare. Anzi: l’alternanza potrebbe addirittura essere all’insegna di un’inattesa continuità, un filo rosso che finirebbe per unire, con non poca sorpresa, proprio Draghi e Meloni.

Come riportato da Francesco Olivo sulle pagine della Stampa, i contatti tra il premier uscente e la leader FdI sarebbero costanti. Un dialogo rafforzato dall’appoggio di Meloni e del suo partito alle scelte del governo in campo internazionale, con il supporto all’Ucraina dopo l’invasione russa. E ancora più intenso oggi che “viviamo una fase diversa, con dossier che passeranno di mano, scelte strategiche da portare avanti e un posizionamento geopolitico da non mettere in discussione”.

Qualche sorpresa, insomma, potrebbe essere dietro l’angolo. Come la possibilità che l’attuale ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani rimanga al suo posto anche durante la prossima legislatura. Una sintonia maturata secondo La Stampa “nell’ultimo anno e mezzo e in fondo anche politica, almeno su alcuni grandi temi: politica estera (sostegno all’Ucraina), energia (negoziato per un Recovery europeo) e debito pubblico (no allo scostamento). Dai palchi d’Italia Meloni attacca ‘il governo dei migliori’ ma evita ogni accusa al presidente del Consiglio, seguendo una linea tenuta fin dalla nascita dell’esecutivo”. Critiche al governo sì, insomma, a Draghi mai.

E d’altronde dalle parti di Fratelli d’Italia si guarda con preoccupazione al di fuori dei confini, nella convinzione che le uniche bordate capaci di indebolire realmente la figura di Giorgia Meloni possano arrivare dall’estero. Una ritrovata sintonia con Draghi servirebbe anche a mettere al riparo da attacchi velenosi, a poche settimane dalle elezioni. E a blindare una vittoria data ormai come scontata, ma che agli italiani potrebbe riservare più di qualche sorpresa, non necessariamente piacevole: chi sperava di lasciarsi il passato alle spalle rischia di ricevere una bella delusione.

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