Il titolo del seminario di studi è tutto un programma: “Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo”. L’organizzatore? Il professor Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena. Un’iniziativa andata in scena alla vigilia della giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe che si celebra il 10 febbraio. L’iniziativa di Montanari ha suscitato subito molte polemiche e accuse di negazionismo al rettore che già in passato aveva contestato “l’uso strumentale che la destra neofascista fa delle foibe” ma ha sempre respinto l’accusa di essere un negazionista. (Continua a leggere dopo la foto)
All’iniziativa – come riporta il Corriere – hanno partecipato docenti di alcuni atenei e storici. Tra questi Francesco Pallante, dell’università di Torino, Marta Verginella, dell’università di Lubiana, Filippo Focardi, dell’ateneo di Padova ed Eric Gobetti, membro del comitato scientifico dell’Istituto storico della Resistenza di Alessandria. “Un’iniziativa scientifica e non politica — ha spiegato Montanari —. Sono convinto che i morti delle foibe, una pagina tragica della nostra storia, sia stata strumentalizzata da qualcuno, e questo qualcuno sono i fascisti”. Montanari ha detto ai giornalisti che oggi diverse associazioni neofasciste si sono date appuntamento a Firenze per celebrare il Giorno del ricordo. (Continua a leggere dopo la foto)
“E allora mi domando: è normale che una festa dello Stato venga celebrata da associazioni neofasciste e neonaziste?”, ha detto. Pesanti le critiche contro l’iniziativa dell’ateneo senese. Il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, ha accusato Montanari di “non perdere occasione per mancare di rispetto ai martiri delle foibe”. L’eurodeputata Susanna Ceccardi ha chiesto “di farla finita con queste baggianate giustificazioniste, revisioniste o negazioniste: alle vittime italiane del massacro perpetrato dai comunisti di Tito deve essere dato lo spazio e il rispetto che meritano”. (Continua a leggere dopo la foto)
Secca la replica di Montanari: “Chi contesta la doverosa attività di ricerca dell’università è fuori dal progetto della Costituzione e dimostra di avere una coscienza totalitaria e non democratica. L’università deve continuare a non farsi intimidire e a svolgere il suo ruolo, se dovesse smettere perché minacciata dalla politica saremmo già in un regime totalitario”. Secondo gli storici le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia sono comprese tra le 5000 e le 11000, comprese le salme recuperate e quelle stimate, nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi. Fare polemica anche nella giornata del Ricordo è da veri ottusi.
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