Sono stati diversi i temi che Giorgia Meloni ha toccato durante la sua conferenza stampa, tenuta a margine del vertice della Nato a Vilnius, ivi compreso – anzi, la gran parte delle domande vertevano su questo – lo scontro sulla Giustizia, mai così acceso dai tempi del passaggio, non certo indolore, tra la Prima Repubblica e la cosiddetta Seconda repubblica. Dunque, prima di parlare di tematiche internazionali e di geopolitica, ci tocca dare conto del tema Giustizia. Ad esempio, la vicenda che vede coinvolto il figlio del presidente del Senato non è marginale nel dibattito, considerando l’irrituale presa di posizione della seconda carica dello Stato. La premier ribalta la prospettiva, smarcandosi parzialmente da Ignazio La Russa, colui che con lei contribuì a fondare Fratelli d’Italia: “Tendo a solidarizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi” di questa denuncia, tuttavia, aggiunge: “Comprendo molto bene, da madre, la sofferenza del presidente del Senato”. Ma il passaggio chiave è: “Non sarei intervenuta sul merito della vicenda”. Uno scivolone istituzionale che aggrava il dibattito in corso. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Il caso Santanchè
L’altro caso spinoso, come tutti sanno, riguarda Daniela Santanchè, ministro del Turismo, e qui la posizione è più netta, giacché, afferma ancora Meloni: “È una questione extrapolitica, da ministro sta facendo bene”, aggiungendo, e sposando la tesi della stessa Santanchè: la “anomalia” è che il famoso avviso di garanzia sia stato “notificato a un giornale, non a lei” (era in prima pagina su Domani). Una cosa è certa, ovvero che le indagini competono alle aule dei tribunali “e non alle trasmissioni tv”, evidentemente riferendosi a Report, e le dimissioni non sono “automatiche” a seguito di tale informativa. E dunque, a riguardo della riforma penale presentata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, tiene a mantenere separati i diversi piani del discorso: “Si rischia di scivolare su un dibattito che non aiuta, non penso che vada messo insieme quello che il governo ha nel proprio programma sulla Giustizia e le scelte che i magistrati fanno su casi specifici”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Nessuno scontro” con la Magistratura
Inoltre: “Non c’è dal mio punto di vista alcun conflitto con la magistratura, non c’è sicuramente da parte mia”, ha aggiunto, togliendosi però un sassolino dalla scarpa: “Mi ha sorpreso che nelle dichiarazioni dell’Associazione nazionale magistrati la riforma della Giustizia fosse collegata a uno scontro tra governo e magistratura”. Infine, prese le difese anche di Andrea Delmastro accusato della divulgazione delle informative sul caso Cospito, ovvero “una questione politica”, ha poi concluso su questo tema: “Chi confida nel ritorno dello scontro tra politica e magistratura credo che rimarrà deluso”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il vertice di Vilnius
Tornando al tema squisitamente politico internazionale, il vertice Nato – che ha di certo deluso Zelensky, convinto che l’Ucraina sarebbe stata accolta a braccia aperte nell’Alleanza sin da subito – è stato positivo per Giorgia Meloni: “C’è la certezza dell’unità Atlantica a difendere i propri valori e le regole diritto internazionale senza le quali nessuno sarebbe al sicuro”, ha affermato come riporta la Repubblica, tra gli altri. La presidente del Consiglio dichiara altresì di aver rimarcato “l’attenzione che va data al fianco orientale” ma pure, soprattutto, di aver chiesto “anche maggiore attenzione al fianco sud”. Meloni si è espressa anche sull’Ucraina: “La guerra in Ucraina ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto su Paesi in via di sviluppo come quelli dell’Africa. Sono conseguenze che creano instabilità, in cui si s’inseriscono aspetti esterni e fondamentalismi”.
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