Anche se affannosamente si cerca di negarlo, nonché di politicizzare la questione, in Italia esiste un problema Giustizia, un grave problema che prescinde dalle convinzioni politiche di ciascuno. Perché i veri problemi li patisce il semplice cittadino, anzitutto per la mastodontica macchina burocratica e il conseguente dilatamento dei tempi. Lo spiega bene Gianluigi Paragone, fondatore e leader di Italexit per l’Italia, ospite di Controcorrente, il talk politico condotto da Veronica Gentili su Rete Quattro. Dunque, prescindendo dai casi recenti, che distraggono dal vero punto nodale: “Imprenditori meno visibili della Santanché o famiglie che, ad esempio, devono fare i conti con sfratti dalle proprie abitazioni”, si imbattono nei tribunali civili e nelle sezioni fallimentari, le quali ultime necessiterebbero di una “riforma radicale” e dovrebbero essere oggetto di un vero “giornalismo d’inchiesta”. Ma, quando lo stesso Paragone se ne è occupato, ricorda, “tremavano i Palazzi del potere”: dunque, “questi sono i temi veri della Giustizia”. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Un dibattito anacronistico
Concentrarsi, invece, sullo scontro tra politica e magistratura produce un dibattito pressoché sterile. Uno scontro, peraltro, anacronistico e fuori dalla storia, giacché non siamo più nella Prima Repubblica e “la politica non è più forte come un tempo” – avendo abdicato ad altri, oscuri potentati, ci permettiamo di aggiungere –, e parimenti la magistratura “non è più quel blocco granitico che conquistava la simpatia delle folle”. Basti pensare ai casi Palamara o Davigo, argomenta ancora Gianluigi Paragone. Tra le toghe, che siano rosse o meno, si registra una destrutturazione, e si può notare come la magistratura sia scomposta e “sfibrata al suo interno”. Sicché, in definitiva, i problemi veri sono quelli di coloro che hanno a che fare con le procure della Repubblica e con i Tribunali, con la burocrazia infinita, con i tempi che estendono questa sorta di incubo: “Questi sono i problemi veri della Giustizia, quelli del rapporto tra i cittadini e la magistratura”, ancora nelle parole dell’ex senatore. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Un grande disservizio”
I cittadini italiani non hanno fiducia nella politica, è vero, ma nella magistratura “ancora di meno”. È netto, Paragone: perché la magistratura stessa è un “disservizio” di questo Paese, al netto di quello che possiamo pensare di Daniela Santanché, del figlio di La Russa o di Delmastro. “Un grande disservizio di questo Paese”.
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