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L’Unione Europea ora minaccia il pomodoro pachino. Un’eccellenza che rischia di sparire nella pancia della burocrazia europea

Pubblicato il 30/01/2020 10:48

Un prodotto che ha rappresentato per anni una delle eccellenze del made in Italy, quel pomodoro Pachino che dal sud della Sicilia arrivava nelle tavole di tutto il mondo. E che oggi, però, si trova a lottare duramente per la sua sopravvivenza, schiacciato da un mercato che permette massicce importazioni dai Paesi stranieri e che proprio per questo ha completamente svalutato quello che un tempo era noto come “oro rosso”. Oggi i contadini non lo raccolgono nemmeno più, lasciandolo sulle piante.

Un allarme che suonava da tempo e che è stato rilanciato nelle scorse ore dall’imprenditore Sebastiano Cinnirella attraverso le pagine de Il Fatto Quotidiano: “Produrre un chilo di pomodoro mi costa un euro, tra l’acquisto della piantina e i costi della plastica, dei gancetti, delle tasse, degli operai che devono raccoglierlo e poi trasportarlo. Adesso il ciliegino si vende a 50-60 centesimi al kg, a 30 il pomodoro da insalata. Non vale la pena raccoglierlo. Se lavoriamo così per un altro mese, non prendo nemmeno i soldi della plastica e tutti quelli che ho speso sono a perdere”.

A minacciare il Pachino sono i pomodori che arrivano dall’estero, soprattutto dal Nord Africa, e che finiscono nei supermercati locali a prezzi stracciati. Gli accordi tra questi Stati e l’Unione Europea sono da tempo contestati dagli imprenditori del sud, che denunciano di non poter competere con quelle cifre e chiedono maggiori tutele. Ai tempi dei governi Renzi e poi Gentiloni, sulla questione era intervenuto il ministro alle Politiche agricole alimentari Maurizio Martina, promettendo un percorso di filiera per la vendita alla grande distribuzione. Tutte parole che però sono rimaste tali.

Rispondendo proprio a delle interrogazioni da parte di agricoltori agricoli disperati, il ministero aveva confermato che si sarebbe “attivato presso la Commissione europea per richiedere un intervento in merito al livello dei prezzi di ritiro applicabili per taluni prodotti ortofrutticoli, tra i quali le diverse tipologie di pomodoro”. La Sicilia sta ancora aspettando una risposta. Mentre i pomodori Pachino, un tempo sinonimo di qualità ovunque, restano tristemente attaccati alle piante.

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