Di nuovo l’Oms, sempre l’Oms. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, quella di cui la professoressa Gismondo (direttrice responsabile di Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano) ha detto: “L’OMS non è un’istituzione pubblica perché è finanziata in gran parte da Bill Gates quindi, di fatto, al massimo è una sua società. Nello stesso statuto c’è scritto che i suoi maggiori sponsor hanno diritto in primis ai progetti in base alle loro necessità. Io sono molto critica verso l’OMS perché non è un’istituzione trasparente, è finanziata quasi esclusivamente da pochi privati e con dei limiti di intervento evidenti”. L’Oms si diceva: ora sta lavorando alla riforma del Regolamento sanitario internazionale, partendo da premesse poco incoraggianti. Anche perché, se gli emendamenti dovessero essere approvati in via definitiva, le disposizioni risulterebbero giuridicamente vincolanti. (Continua a leggere dopo la foto)
Come spiega Alessandro Rico su La Verità, “della questione ha discusso a Ginevra un apposito Comitato, nel sesto di una serie di incontri ai quali, per ragioni misteriose, non potevano accedere i non vaccinati. Adesso l’esito delle consultazioni finirà sul tavolo del direttore generale dell’agenzia, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Chiariamoci: per com’è oggi, quel documento non funziona. La versione risalente al 2005 ha permesso almeno due grottesche anomalie”. Quali sono queste anomalie? La prima: i firmatari avrebbero dovuto monitorare il miglioramento delle capacità dei propri sistemi sanitari attraverso un meccanismo di autovalutazione. E sappiamo bene come l’attendibilità dell’autovalutazione, soprattutto dalle nostre parti, sia praticamente nulla. Infatti l’Italia, quando ha dovuto darsi i voti, se li è sempre assegnata altissimi. E non stupiamoci poi se la gestione del Covid è andata come è andata, con un Paese totalmente impreparato e privo degli strumenti base per proteggersi e affrontare una pandemia. Ma non siamo i soli. Se pensiamo che anche la Cina si era attribuito il punteggio massimo in materia di prevenzione della zoonosi (cioè il passaggio dei patogeni da animali a uomini) ecco qua che se non fosse una tragedia ci sarebbe da mettersi a ridere. Infatti, benché le indagini siano ancora in corso, è possibile ormai affermare che se non è stato effettivamente un incidente di laboratorio, il Sars-Cov-2 è nato proprio nei pipistrelli, compiendo poi il “salto” nell’uomo. (Continua a leggere dopo la foto)
Appare dunque chiaro che quel testo andava modificato. Ma cosa succede ora? Pare che con le modifiche l’Oms voglia attuare davvero la dittatura sanitaria. E ci sta provando in tutti i modi. “L’intervento più preoccupante – denuncia Rico – è quello sull’articolo 3, che fissa i ‘principi’ del Rsi. Dall’ultima formulazione, infatti, sono stati espunti i riferimenti a ‘dignità, diritti umani e libertà fondamentali delle persone'”. Una cosa di certo non di poco conto, visto che l’attuazione del Regolamento sarà basata, invece, sui “principi di equità, inclusività, coerenza”. La giustificazione che muove tutto questo? È che i principi di “equità, inclusività e coerenza” sono i cardini della “Global health architetture”, un’altra creatura del G20. Ancora una volta, tutto si tiene. Ma cosa comportano questi cambiamenti al Regolamento? (Continua a leggere dopo la foto)
Per quanto riguarda l’Italia è semplice, basti dire che l’adozione del nuovo Regolamento Oms cozza con la nostra Costituzione. Prendiamo l’articolo 32, dove si legge che i trattamenti sanitari non possono mai violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Il nuovo trattato Oms, però, fa carta straccia di questi principi della nostra Costituzione. Ma anche questo non ci stupisce: abbiamo visto già come durante la pandemia certe “garanzie” sono state calpestate con noncuranza. Inoltre, il Rsi prevede esplicitamente che venga creata un’autorità nazionale che si accerti della sua esecuzione. E se non lo si fa? Si passano guai seri. Ecco perché lascia ancora più perplessi l’allargamento dei poteri da parte dell’Oms, invadendo il campo dei diritti e dei principi dei singoli Stati. In questo modo, infatti, i vertici dell’Organizzazione (su cui ci sono molti dubbi e molti scandali) avrebbero la prerogativa di dichiarare emergenze a livello regionale e mondiale, assumendo compiti di guida e coordinamento. Potrebbero dunque imporre, ad esempio, provvedimenti su quarantene o altre restrizioni. E gli Stati dovrebbero adeguarsi. Eccola la loro dittatura sanitaria, i cui preparativi si sono visti in era Covid. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma non è tutto. Perché nel nuovo Regolamento vengono i brividi a leggere i numerosi riferimenti ai moduli riservati ai viaggiatori e ai certificati, in forma cartacea o digitale (vi dice niente il Green pass?), con esplicita menzione dei Qr code che costituirebbero prova di guarigione o avvenuta vaccinazione. Una cosa che abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle. Infine, si punta alla realizzazione di un sistema inter-operabile per la condivisione dei dati che dovrebbe essere riconosciuto e accettato da tutti i Paesi. Proprio come avevano già preventivato nel documento finale del G20, dove, al punto 23, avevano auspicato l’importanza del raggiungimento di standard condivisi e metodi di verifica – guarda caso – inseriti nella cornice del Regolamento sanitario internazionale. Ancora una volta: per il nostro bene, e per facilitare viaggi internazionali senza restrizioni. Che carini. Di nuovo, la nostra libertà di movimento sarà nelle loro mani. O in quelle di Big Pharma e di qualche nuovo vaccino. Saremmo noi a dover fare carta straccia di questo Regolamento e non il contrario. Teniamoci la Costituzione, che è meglio.
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