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“Ci vogliono poveri e mantenuti dallo Stato.” L’appello dei commercianti

Pubblicato il 01/07/2020 12:43 - Aggiornato il 01/07/2020 13:03

Possiamo cambiare lingua per dirlo, possiamo cambiare settore, da quello del turismo a quello dell’edilizia, da quello della ristorazione a quello dell’alberghiero, passando per il commercio e per l’agricoltura, ma il concetto non cambia. Il tessuto produttivo è abbandonato. L’economia italiana così muore.

Invece di chiudersi nei loro palazzi, “i grandi capi del governo Pd-M5s farebbero bene a fermarsi a guardare cosa sta accadendo”, perchè l’Italia paga e pagherà le loro scelte e la loro perdita di tempo. Clamorosa è l’inutilità di “accapigliarsi così sul Mes che non sanno nemmeno se e a cosa possa servire”.

Riprendiamo da un articolo pubblicato sul Tempo una lettera aperta, scritta da una commerciante -che ha messo insieme altre 3mila piccole imprese nella sua stessa condizione- e indirizzata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. I concetti sono spiegati in maniera molto semplice, anche per ‘coloro che capiscono poco o niente di economia reale e che fin’ora hanno fatto orecchie da mercante’.

A inizio anno lei come tutti i suoi colleghi hanno ordinato ai fornitori merce (vestiario) per la primavera, senza sapere che sarebbero stati chiusi dal lockdown deciso dal governo di Giuseppe Conte. Quella merce non sono in grado di pagarla perché ovviamente non hanno potuto venderla. “Quando hanno consentito la riapertura ovviamente non era più vendibile, perché i pochi clienti che timidamente si sono riaffacciati in percorsi e limitazioni quasi di guerra, facevano pochi acquisti”.

I fornitori, che a loro volta devono affrontare le spese di fatture e stipendi, attendono i pagamenti dai commercianti. Poichè tutto è intrecciato e interdipendente, “il rischio è che l’intero settore sia travolto nei prossimi mesi da istanze di fallimento”. Anche perchè “A niente è servito quello che ha messo in campo l’esecutivo, che invece pensa di essersela cavata con qualche sussidio che per altro ha tardato drammatiche settimane ad arrivare”.

“Con la filosofia fin qui mostrata al massimo saranno disponibili a firmare un bel decretino con il titolo «vietato fallire» che si affiancherà al «vietato licenziare» che si vorrebbe prorogare fino alla fine dell’anno con i suoi bei ammortizzatori sociali così, mal gestiti ed erogati. Mentre quel che serve è proprio l’esatto opposto.”

Sembrerebbe che Conte e tutti quelli che lo accompagnano abbiano un unico obiettivo: rendere “tutti poveri e mantenuti dallo Stato nel pieno di una decrescita felice.” E qui emerge in tutto il suo luccicante fallimento la presunzione del governo, che sta istallando un meccanismo tanto paradossale quanto assurdo: “con migliaia di posti di lavoro che si perdono vanno in fumo altrettante tasse e contributi che servivano ad alimentare la macchina della assistenza pubblica”.