Le terapie intensive erano solo sulla carta: l’accusa di Camilla Caterina, cittadina molisana, è una di quelle da far tremare i polsi. Durante l’emergenza qualcosa è andata male e questo qualcosa sarebbe costato caro a molti suoi conterranei.
Ma andiamo per ordine. A causa dei disavanzi sanitari, il Molise rientra tra le Regioni la cui sanità è stata, dapprima, sottoposta a Piano di rientro e, successivamente, commissariata. Di conseguenza la gestione dell’emergenza Covid rientrava nelle competenze del Commissario.
“Nel Molise, dall’inizio della Pandemia – ci spiega Camilla – hanno comunicato al Ministero un numero superiore di posti letto presenti all’interno delle terapie intensive. Infatti, anche se nei documenti che venivano trasmessi a Roma ne risultavano 30, nei fatti quelli nelle strutture private che erano 12 e che invece venivano conteggiati, non erano disponibili. Non sono stati contrattualizzati. Mai firmati”.
“Ho iniziato a segnalare quanto stava succedendo nella mia Regione al Ministero della Salute già a novembre del 2020: ‘verificate perchè i conti non tornano’. I picchi erano iniziati e la gente non aveva accesso alla terapia intensiva. Ho acquisito tutti gli atti dalla Pubblica Amministrazione e questi davano riscontro a ciò che stavo denunciando. Ho pensato che intervenissero e invece… Nulla”.
“Ho inviato diverse segnalazioni e fatto numerosi solleciti, alla Regione e al dicastero, ma nessuno è mai intervenuto. Per ottenere delle risposte degne della gravità della situazione, ho dovuto depositare la denuncia formale con tutti gli atti contro la Regione”.
“La situazione di emergenza Covid-19 avrebbe dovuto far scattare una urgente verifica e il conseguente intervento, ma così non è stato”. La denuncia di Camilla è partita e spetterà alle autorità competenti, probabilmente a un Magistrato, dare una risposta riguardo alle sue accuse.