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Le mire infinite di Di Maio: ora vuole un compaesano ai vertici dell’Arma

Pubblicato il 04/09/2020 09:50

In uno dei momenti più delicati della recente vita politica del travagliato governo giallorosso, con le Regionali alle porte che potrebbero spazzar via le ultime certezze di dem e grillini, c’è una variabile impazzita che continua a muoversi in autonomia, mettendo in difficoltà gli stessi alleati. Si tratta del sempre più affamato Luigi Di Maio, impegnato da tempo in manovre di rafforzamento personale in vista degli Stati Generali del Movimento, ai quali si presenterà per reclamare lo scettro di leader indiscusso. E che nelle ultime ore, dopo aver messo in difficoltà il premier Giuseppe Conte tentando di cancellare la riforma degli 007, ha messo nel mirino un’altra nomina di peso, puntando dritto ai vertici dei carabinieri.

Le mire infinite di Di Maio: ora vuole un compaesano ai vertici dell'Arma

E d’altronde proprio la precarietà dell’esecutivo ha impresso una forte accelerazione al rinnovo dell’intelligence italiana. Il ragionamento è semplice: il Conte-bis potrebbe non sopravvivere in caso di batosta al voto del 20-21 settembre in sei Regioni italiane. Bene, quindi, occuparsi delle nomine prima che sia un altro governo, fosse anche di grande coalizione, a prendersi la briga. Ecco, allora, crescere di colpo la tensione attorno alle partite ancora aperte, a partire dalla scelta del vice del direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) Giovanni Caravelli. Di Maio ha lanciato l’ex brigadiere dei carabinieri Marco Mancini, che dovrà però superare la concorrenza del consigliere militare di Conte, l’ammiraglio Carlo Massagli, e del generale Luigi Della Volpe.

Le mire infinite di Di Maio: ora vuole un compaesano ai vertici dell'Arma

Se problemi non dovrebbero essercene per la conferma del generale Mario Parente alla direzione dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), grazie anche alla benedizione del presidente Sergio Mattarella, tutt’altro che scontata è la scelta del nuovo comandante generale dell’Arma: il mandato di Giovanni Nistri scadrà a gennaio e non è prorogabile, almeno stando alle norme attualmente in vigore. Caccia al successore, dunque, con il capo di stato maggiore Teo Luzi al momento dato per favorito e che però dovrà vedersela con il prescelto da Luigi Di Maio, Angelo Agovino.

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Agovino viene dalla Campania come Di Maio e sogna così fortune analoghe a quelle di altri conterranei che hanno potuto già contare sull’appoggio del ministro degli Esteri. E così nonostante il rivale Luzi sia sulla carta favorito, la possibilità che il “cerchio” di Giggino si confermi ancora una volta “magico” non è del tutto da escludere, con buona pace di chi prova ancora a contrastarne l’indiscutibile potere.

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