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“Le mascherine della presidenza del Consiglio di Fca potrebbero non essere conformi”, la denuncia di Striscia

Pubblicato il 11/12/2020 10:55 - Aggiornato il 11/12/2020 11:01

Se così fosse, sarebbe gravissimo. A Striscia la notizia, ieri sera (giovedì 11 novembre), l’inviato Moreno Morello ha affrontato un tema molto delicato che se venisse confermato sarebbe l’ennesimo scandalo di una politica incapace e dannosa. Altro che Covid-19…

Parliamo delle mascherine la cui produzione è stata affidata al gruppo Fca, che vengono distribuite all’interno delle scuole agli studenti e che hanno il logo della presidenza del Consiglio dei ministri. 

Già solo a prima vista la qualità di tali presidi di protezione risulta parecchio discutibile. Sottili come carta velina, sembrerebbero dei pezzi di un materiale assolutamente inadatto alla protezione. Alcuni le hanno definite “pezzi di giarrettiere”, altri mutande. Il senatore Gianluigi Paragone, ricevendo numerosissime segnalazioni da parte di genitori perplessi sulla qualità e funzionalità del prodotto, durante un suo intervento al senato aveva sollevato la questione. “Buone per spolverare o per masherare i soliti barbatrtucchi. Ingiustizie al limite della vergogna”, aveva dichiarato in aula. 

Le mascherine hanno un “odore tremendo di petrolio e plastica”, dichiara una mamma durante il servizio trasmesso su Canale 5. “Hanno un forte odore di solvente non utilizzate quelle mascherine”, si legge in un appello lanciato da un preside ai suoi studenti. Un altro genitore afferma durante la trasmissione: “Le prime mascherine erano troppo strette e davano ai bambini una sensazione di soffocamento. Poi sono arrivate quelle di Fc Auto ma davano gli stessi problemi. Chiediamo spiegazioni a chi di competenza a tutela dei nostri figli e di tutti noi. Perchè le mascherine non idonee possono solo apparentemente proteggere e contenere la pandemia”. 

Striscia la notizia, dopo le numerose segnalazioni sull’odore e sulla consistenza dei dispositivi ricevute dai genitori degli studenti, ha approfondito la quesione e ha deciso di effettuare delle analisi.  I test sono stati condotti su 3 confezioni (selezionate a caso e riferibili a 2 lotti diversi) di mascherine prodotte nello stabilimento Fca di Mirafiori (TO). 

“Nei due lotti i test hanno rivelato una capacità di filtrazione rispettivamente del 67% e del 77%, decisamente inferiore quindi al 95% previsto dalla legge. Anche il coefficiente di respirabilità è risultato anomalo con un valore di 52,6 Pa/cm2, dato che per legge deve essere inferiore a 40 Pa/cm2”, si legge nel documento rilasciato dall’Ufficio Stampa Striscia la notizia. 

Fca ha risposto: “Fermo restando la conformità del prodotto […] abbiamo chiaramente preso in analisi tutti gli spunti di miglioramento arrivati dagli attuali utilizzatori”. Fca aveva comunicato che erano state regolarmente testate. In generale i risultati vengono inviati all’istituto di sanità che si occupa di validare i parametri dei prodotti.

Striscia ha chiesto al produttore di confrontare i risultati dei test con i loro. “Cerchiamo di dare una spiegazione ai valori che noi abbiamo individuato, perchè dai nostri risultati le mascherine sembrerebbero non conformi”, spiega Moreno Morelli a Striscia la notizia.

Quante volte vengono testati i dispositivi? Quando e dai chi? Come deve essere garantita la qualità dei dispositivi? Per capire meglio Striscia si è rivolta al Dottore Daniele Barbone, direttore generale BPSEC, il quale spiega che i controlli devono essere effettuati sia prima della produzione (dichiarando le caratteristiche dei materiali a prodotto finito e le relative performance di filtrazione, compatibilità a contatto della pelle e altri parametri), che durante.

“Noi non ci spieghiamo i parametri che abbiamo misurato”, dichiara l’inviato, ma Fca si limita a rispondere: “Stiamo valutando come potervi dare un aggiornamento della nostra posizione”.