Mentre il governo continua la sua personalissima guerra santa contro i non vaccinati, considerati veri e unici responsabili dell’emergenza Covid, anche gli esperti fin qui perfettamente allineati ai diktat dell’esecutivo hanno iniziato ad alzare la voce. Stanchi, evidentemente, di sentir ripetere ogni giorno le stesse bugie, senza alcuna evidenza scientifica a supportarle. Tra questi anche Andrea Crisanti, che proprio in queste ore è tornato sull’argomento per chiarire una volta per tutte come anche le persone che hanno ricevuto l’inoculazione possano contribuire alla diffusione del contagio, senza distinzione.
Come riportato da Maurizio Belpietro sulle pagine de La Verità, Crisanti ha rilasciato un’intervista alla testata Notizie.com durante la quale ha messo in chiaro quello che, fin qui, dalle parti del governo nessuno ha avuto il coraggio di ammettere: “Non sono i no vax a diffondere il virus, ma i vaccinati. Come misura per bloccare la trasmissione dei contagi, le restrizioni a carico di chi non è immunizzato portano un contributo marginale. Perché la maggior parte dei casi si registra tra i vaccinati”.
Secondo Crisanti “c’è stato un cortocircuito di comunicazione da parte del governo, che ha sbagliato. È pure vero che in non vaccinati si ammalano e occupano i posti in terapia intensiva, ma non sono loro la maggior causa di trasmissione del virus, bensì i vaccinati”. Osservazioni decisamente in controtendenza rispetto a quelle degli esponenti di un governo che continua a ripetere ossessivamente, anche per bocca del premier Mario Draghi: “Se ci troviamo in questa situazione di emergenza, oggi, la colpa è principalmente dei non vaccinati”.
I virologi, insomma, hanno ormai capito che quelle raccontate dal mondo della politica sono favole. Ammetterlo è il colpo di grazia a una strategia insensata e che continua a basarsi su strumenti totalmente inutili, come il Green pass: l’iniezione è una sicurezza soltanto per chi l’ha fatta, non per gli altri che rischiano comunque di essere contagiati. Il Qr code mostrato dal telefonino non dà, di per sé, alcuna garanzia di protezione. Vincolare le libertà dei cittadini al suo possesso, alla luce di quanto ammesso anche dalla scienza, è semplicemente inaccettabile.
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