x

x

Vai al contenuto

La prima falsa partenza ha il volto di una pubblica amministrazione affidata ai sindacati!

Pubblicato il 10/03/2021 21:50

di Gaetano Caramanno (ItalExit Palermo)

La prima falsa partenza ha il volto di una pubblica amministrazione affidata ai sindacati! Già … perché venuti meno i partiti chi rimane a presidiare le piazze e a far finta di organizzare il dissenso? La prima partita del duo draghi-brunetta è persa!
Ai proclami di una nuova stagione aperta al merito e alla responsabilità nella Pa, a una nuova stagione di concorsi e di competenze nuove hanno scelto l’arroccamento sull’esistente.

Se la sindacalizzazione e la rigidità del pubblico impiego erano un dato accertato che la riforma doveva affrontare e ribaltare, bene, abbiamo scherzato! Qui si consolidano gli assetti di potere con una vera e propria cessione di potere dallo stato ai confederali.
Se una delle 3 grandi riforme promesse da draghi all’Europa (oltre a fisco e giustizia) ha questo presupposto ideologico cominciamo a capire che questo governo è il miglior interlocutore che i sindacati nazionali potessero trovare.

Nella premessa del documento campeggia addirittura un teorema di inaudita superficialità macroeconomica quando – si dice – che grazie ai rinnovi contrattuali prossimi avverrà il rilancio dei consumi! Una riforma che recepisce interamente le richieste sindacali e dedica solo qualche timida riga al fabbisogno di nuovi concorsi e nuove assunzioni salvo escluderne qualsiasi azione pratica. Spazio per la formazione e la valorizzazione di chi già e’ occupato e in servizio, smart working flessibile con – udite udite – diritto alla disconnessione e fasce di contattabilità … progressioni verticali e riconoscimento delle competenze interne. Non può mancare l’ampliamento degli strumenti di partecipazione e attivismo sindacale. Infine welfare contrattuale e agevolazioni fiscali.

Insomma un patto di fede che sancisce la benedizione di un blocco sociale di occupati pubblici e di apparati governativi. In cambio la coesione, la dote di consenso sociale e di addomesticamento delle piazze con cui i sindacati, con in testa il battagliero metalmeccanico Landini, promettono di arricchire il nuovo patto. Chissà come un patto di questa natura possa fare a meno della firma delle associazioni delle imprese.

Dove e’ finito Bonomi e Confindustria sapeva di questa nuova e definitiva cessione di sovranità? Possibile che i criteri della riforma della pubblica amministrazione non siano affar loro? Noi crediamo che la strategia del consolidamento di questo blocco sociale e occupazionale abbia le gambe corte. E l’apoteosi della sindacalizzazione totale del pubblico impiego quale principio di governo della società italiana non potrà funzionare.