x

x

Vai al contenuto

La “manina segreta” dell’Inps: chi ha fatto scoppiare il caso dei furbetti del bonus Iva?

Pubblicato il 13/08/2020 13:45 - Aggiornato il 13/08/2020 21:39

Inizia a prendere sempre più i connotati della spy-story, il caso degli onorevoli che hanno incassato, come niente fosse, i 600 euro di bonus stanziati dal governo per aiutare le partite Iva in difficoltà. Un comportamento inqualificabile, senza dubbio. E che giustamente ha fatto gridare allo scandalo. Ma intorno alla vicenda tanti dettagli continuano a cozzare, lasciando il sospetto che ci siano dietro interessi non troppo celati. L’interrogativo che in tanti si pongono in particolare in queste ore è il seguente: perché il caso è stato portato alla luce dall’Unità antifrode dell’Inps che però, di fatto, non ha riscontrato alcuna frode?

La "manina segreta" dell'Inps: chi ha fatto scoppiare il caso dei furbetti del bonus Iva?

Ricostruendo quanto accaduto, infatti, ecco emergere che, come riportato da varie testate in queste ore concitate, il caso era stato scoperto a maggio, quando l’Unità antifrode dell’Inps guidata da Antonello Crudo aveva informato il presidente dell’Istituto Antonello Tridico di una scoperta: a richiedere il contributo di 600 euro erano stati, tra i tanti, anche 5 parlamentari e quasi 2 mila amministratori locali. Detto, questo, però, non era stata rilevata alcuna frode. Le maglie del provvedimento, d’altronde, erano purtroppo molto ampie, tanto da permettere a degli insospettabili politici di approfittarne. La storia, però, non era finita lì.

La "manina segreta" dell'Inps: chi ha fatto scoppiare il caso dei furbetti del bonus Iva?

Nonostante non fossero state rivelate, dunque, anomalie, ma soltanto comportamenti estremamente discutibili sotto il profilo morale, il caso è venuto alla luce dopo diversi mesi. Come mai? Se lo chiedono in tanti, con il sospetto che il timer della bomba non sia stato affatto causale. Tridico, da par suo, è finito subito sul bancone degli imputati ma rifiuta qualsiasi accusa sostenendo di non essere stato lui a diffondere i nomi. Una “manina misteriosa” che non ha ancora, quindi, un nome e un volto.

La "manina segreta" dell'Inps: chi ha fatto scoppiare il caso dei furbetti del bonus Iva?

E però proprio lo stesso Tridico, ora, si trova in una situazione piuttosto scomoda, al punto da spingere a pensare che possa esserci la voglia di un suo siluramento tra le motivazioni che hanno fatto venire alla luce di colpo la vicenda. Oltre all’audizione in Parlamento, durissima, il presidente dovrà affrontare anche un’indagine interna che non potrà, però, essere condotta dall’Unità antifrode, in quanto soggetto coinvolto nella vicenda. Spetterà così al direttore generale Gabriella Di Michele il compito di fare chiarezza. Una che, spiegano i ben informati, con Tridico non avrebbe affatto un buon rapporto.

Ti potrebbe interessare anche: Cassese: “Allo Stato conviene tenere gli italiani schiavi della burocrazia”