La malasanità affligge l’Italia intera, ma mai l’indignazione per questa piaga si era trasformata in un cartellone pubblicitario. Poche semplici parole, per racchiudere un concetto terribile e doloroso. Il cartellone che è apparso alcuni giorni fa dinanzi la sede della Regione Puglia denunciava un ennesimo caso di malasanità, le cui responsabilità andranno, o quantomeno andrebbero, chiarite. “La malasanità pugliese ha ucciso mia mamma”, c’è scritto ed era firmato “Un figlio”. Il grave problema è quello della carenza di personale: per il 118 di Bari sono disponibili solo 300 medici, rispetto ai 530 che sarebbero necessari. Ricordando che il diritto alla salute e alle cure adeguate è sancito dall’articolo 32 della Costituzione, il decesso della donna interpella l’intera comunità, non essendo il primo caso in Puglia. Con una Sanità al collasso la riduzione delle postazioni, specie in casi di arresto cardiaco o ictus, risulta tanto più grave quanto più ci si trovi lontani dal Pronto soccorso o da qualsivoglia presidio sanitario. Per far fronte alla situazione, , l’associazione Codici ha avviato la campagna intitolata “Indignamoci”. (Continua dopo la foto)

Questa encomiabile iniziativa ha come obiettivo quello di raccogliere quante più possibili testimonianze e segnalazioni da parte dei cittadini vittime di malasanità. In questa direzione è stato aperto uno sportello informativo a Lecce, situato nella delegazione cittadina di Piazza Mazzini, dove i cittadini possono denunciare le proprie esperienze e ricevere supporto. L’iniziativa dell’Osservatorio malasanità di Codici mira anche ad evidenzia la complessità e la molteplicità delle sfaccettature di questo problema. Non si parla infatti solo di decessi ma anche di danni che comprendono serie ripercussioni sulla salute fisica e psicologica dei pazienti, nonché pesanti conseguenze economiche e sociali: i risarcimenti erogati per casi di malasanità arrivano fino a 1,4 miliardi di euro all’anno.