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La Cina si mangia il mondo. Le grinfie del dragone sulle risorse della Terra

Pubblicato il 27/08/2020 17:15 - Aggiornato il 27/08/2020 18:45

Se la diffusione della tecnoologia Huawei spaventa, facendo retrocedere perfino il premier inglese Boris Jhonson -e non solo- , allora la conoscenza di tutto il resto terrorizza. 

È diventato così alta la richiesta di mercato, perchè considerato benefico come fonte di omega 3, che flotte cinesi invadono i mari per pescarlo. Parliamo di una delle ultime risorse del pianeta che Pechino ha deciso di iniziare a divorare: il Krill, una creatura microscopica che, non ci vuole una laurea in biologia per capirlo, nonostante la dimensione è una risorsa preziosa per conservare l’equilibrio dell’ecosistema. 

Tale organismo è infatti “la principale fonte alimentare per la maggior parte dei predatori marini degli oceani antartici. Pinguini, foche, balene e numerosi pesci consumano ogni giorno quantità enormi di quello che viene considerato un anello fondamentale della catena alimentare di questo ecosistema tanto delicato”.

Ma il piccolo krill non è l’unica risorsa diventata preda del mercato cinese. Il Panorama all’interno di un articolo scritto da Massimo Castelli, parla di accaparramento da parte della Cina di minerali strategici come oro, uranio, cobalto e non solo. 

Del resto nel 2015, attraverso il piano strategico industiale “Made in china 2025”, la Cina aveva dichiarato i suoi intenti: “per conquistare la leadership globale, le società statali e le aziende private avrebbero dovuto continuare ad appropriarsi e ad accumulare risorse dal resto del pianeta, anche quelle di cui il territorio cinese è già ricco”. 

Sembra impossibile bloccare lo shopping di Pechino e laddove non arrivano “c’è comunque un grandissimo numero di immigrati che sfruttano la terra a modo loro”. Andrea Margelletti, presidente del centro studi internazionali, Cesi, racconta: “Io vado in Africa spessissimo e mi chiedo: ma qui di africani ce ne sono? La presenza di cinesi è immensa e ovunque”. “Immigrati -anche clandestini- che  attraverso contrabbando e mercato nero mercanteggiano risorse non loro.

Come avviene in Myianmar con la giada o in Zambia e Vietnam con il palissandro, pregiato legname che impreziosisce le case cinesi”. Lo tagliano nelle altrui foreste, ma nelle proprie in patria lo hanno vietato. Oppure come succede con gli scavi illegali senza sosta per l’estrazione dell’oro. Sono numerose le compagnie cinesi in Ghana e Nigeria che scavano illegalmente e compartano un grave danno all’ambiente inquinando senza alcuna preoccupazione i corsi d’acqua. La Cina ne è  il leader con il 12% della produzione mondiale, ma negli ultimi sei mesi ha eseguito numerose acquisizioni pre entrarne ulteriormente in possesso.

Insomma, “la Cina controlla i materiali necessari a far girare il mondo” e chi possiede questi materiali ne diventa il regolatore. Il Dragone, ad esempio, ha tolto il primato che avevano gli USA fino agli anni ottanta, adesso costretti a importare fino all’80%, ed è arrivata a controllare il 95% dell’offerta mondiale dei minerali fondamentali per l’industria della difesa.