Putin invade l’Ucraina, i mercati si spaventano, il prezzo della benzina schizza alle stelle, le famiglie italiane iniziano a far fatica ad arrivare a fine mese. E il governo, nel frattempo… incassa di più! Il paradosso dell’assurda situazione che si è venuta a creare dopo l’attacco russo è che quello stesso esecutivo che continua a promettere, a parole, interventi rapidi per aiutare i cittadini in difficoltà, sta nel frattempo contando entrare mai così generose sul fronte carburanti, grazie a un sistema squilibrato messo in discussione più volte in passato ma mai modificato. Ecco, nel dettaglio, come funziona.
Come spiegato da Alessandro Giuli sulle pagine di Libero Quotidiano, su un litro di benzina verde, che ha un costo di produzione pari a 87 centesimi, il consumatore paga “un’imposta base sulla fabbricazione di oli minerali di 30 centesimi, cui si aggiunge una formidabile stratificazione di incrementi storici che arrivano a 42,8 centesimi e sono vincolati a eventi più o meno straordinari che vanno dal 1935 al 2004”. Ovvero, una lista lunghissima di eventi che va dall’alluvione di Firenze del ’66 al terremoto in Emilia-Romagna del 2014, dalla crisi di Suez del ’56 al decreto Salva Italia del 2011, dalle missioni in Libano nel 1983 al finanziamento dei bonus gestori del 2014.
Una lunga lista di imposte sui fossili alla quale va poi aggiunto un ultimo costo fisso, l’Iva fissata al 22% dall’ottobre del 2013 (siamo sui 35,2 centesimi al litro), per ottenere un risultato scandaloso: ogni volta che facciamo il pieno di benzina, il 55% della nostra spesa se ne va in tasse. Un’analisi confermata dal sito Facile.it, che ha pubblicato un recente studio secondo il quale le accise sulla benzina in Italia sono le più alte d’Europa, con la sola eccezione dei Paesi Bassi (che però hanno già annunciato tagli in arrivo): 0,73 euro ogni litro sulla benzina, 0,62 al litro sul diesel.
Un problema comune a tanti governi, quello delle accise sul carburante che rendono ancora più insostenibili, con il rialzo dei prezzi figlio della guerra in Ucraina, le spese per le famiglie. Altrove, però, qualcosa si muove. L’Olanda, per esempio, ha anticipato la riduzione delle tasse su benzina e diesel del 21%, con sussidi in arrivo per le persone con basso reddito. E da noi? Il tema è stato sollevato in queste ore dalla Lega, con il capogruppo in Senato Massimiliano Romero che ha presentato una mozione per chiedere la “sospensione dell’esigibilità per le accise sul carburante”. Un vecchio cavallo di battaglia, per il partito di Matteo Salvini, che già nel 2018 si era impegnato a eliminare queste odiose tasse. Poi però, una volta al governo con i Cinque Stelle, i buoni propositi erano naufragati.
Ti potrebbe interessare anche: Il giallo delle dosi Novavax sparite nel Lazio, l’assessore: “Non sappiamo dove siano”