
Si fa un gran parlare di body shaming, e al tempo stesso si esalta l’intelligenza artificiale come nuova salvezza dell’umanità. Salvo rivelarsi l’esatto opposto, almeno stando a quello che stiamo vedendo finora. E allora ecco qua che questi due concetti entrano pericolosamente in rotta di collisione. Ne ha scritto Tate Ryan-Mosley sulla prestigiosa Technolgy Review. E cosa ha scoperto? Che questi meccanismi classificano l’aspetto delle persone e i risultati influenzano le cose che facciamo, i post che vediamo e il modo in cui pensiamo. Scrive l’autrice a proposito di Qoves Studio: “La sua caratteristica più interessante è lo ‘strumento di valutazione facciale‘: un sistema basato sull’intelligenza artificiale che promette di guardare le immagini del tuo viso per dirti quanto sei bello – o non sei – e poi dirti cosa puoi fare al riguardo”. L’autrice ha dunque deciso di provarlo e racconta cosa ha scoperto e quali frontiere stiamo – ahinoi – raggiungendo. Siamo alla valutazione della bellezza come criterio per accedere o non accedere a determinate cose. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scrive Tate Ryan-Mosley: “Ho caricato la foto e in pochi millisecondi Qoves mi ha restituito una pagella con i 10 ‘difetti previsti’ sul mio viso. Il rapporto ha poi fornito utili consigli che potrei adottare per risolvere i miei difetti”. È stato suggerito addirittura un intervento chirurgico. Qoves, tuttavia, è solo una piccola startup in un oceano di società e servizi di analisi facciale che fanno la stessa cosa guidati dall’intelligenza artificiale. Le aziende che lavorano su tali tecnologie apprezzano il capitale di rischio e tali algoritmi vengono utilizzati in qualsiasi cosa, dalle vendite di cosmetici online alle app di appuntamenti. Questi strumenti di valutazione della bellezza, facilmente disponibili per l’acquisto online, utilizzano l’analisi del volto e la visione artificiale per valutare aspetti come la simmetria, la dimensione degli occhi e la forma del naso per ordinare e classificare milioni di contenuti visivi e far emergere le persone più attraenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Intelligenza artificiale, siamo alla valutazione della bellezza
Questi algoritmi addestrano una sorta di sguardo automatico su fotografie e video, emettendo valori numerici simili alle valutazioni del credito, dove i punteggi più alti possono sbloccare le migliori opportunità online per Like, visualizzazioni e corrispondenze. Se questa prospettiva non è abbastanza preoccupante, la tecnologia aggrava anche altri problemi. La maggior parte degli algoritmi di valutazione della bellezza sono pieni di imprecisioni, discriminazione basata sull’età e razzismo, e la natura proprietaria di molti di questi sistemi significa che è impossibile ottenere informazioni su come funzionano realmente, quanto vengono utilizzati o come influenzano gli utenti. La sintesi? Grazie all’intelligenza artificiale, ormai, se sei “brutto” sei fregato! Gli stessi algoritmi che però sui social ti bannano per body shaming a seconda di quel che dici. Vogliamo davvero tutto questo?
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