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“Impossibile per ora riaprire le scuole”. I dubbi dei governatori ancora non sciolti

Pubblicato il 28/08/2020 11:38 - Aggiornato il 28/08/2020 11:45

Nessun dubbio è ancora sciolto. Test sierologici, misurazione della febbre, mezzi di trasporto per consentire agli studenti di arrivare in tempo rispettando le distanze, utilizzo della mascherina, referenti Covid. Leggendo i giornali è facile intuire che le questioni poste sui tavoli di confronto tra Regioni ed esecutivo siano le stesse di quelle di mesi fa. La situazione sembrerebbe quasi la stessa. L’unica grande e vera differenza -tra l’altro anche la più determinante- che il tempo rimasto è davvero poco. 

“I dubbi dei governatori non sono per ora sciolti”, riferisce il Corriere della Sera, anche se il premier dopo la chiusura del primo -PRIMO- accordo con le Regioni a Palazzo Chigi, ritiene di poter dormire sonni più sereni: “Stiamo mettendo appunto tutte le questioni ancora aperte”. Ci piacerebbe sapere dal premier quali siano le questioni ‘non più aperte’. Ci sono questioni che sono state definitivamente chiuse?

Dicevamo, i presidenti di Regione avvertono ancora di trovarsi nella ‘selva oscura della ripartenza’, tanto che Vincenzo De Luca in un incontro di campagna elettorale ha dichiarato: “ad oggi è impossibile aprire le scuole: avremo scelte complicate nelle prossime due settimane. Non so cosa sarà possibile fare”. 

Misurare la febbre a scuola? Una possibilità assolutamente respinta, nemmeno lontanamente, si direbbe sentendo parlare Miozzo. Perchè? Semplicemente per questioni di tempo e -soprattutto- perchè ‘la scuola non può permetterselo’. “Servirebbe personale aggiuntivo e l’acquisto delle apparecchiature per tutte le scuole”, ha spiegato Miozzo.  

IL Cts ha dato il via libera per aumentare la capienza dei mezzi di trasporto fino al 75%, ma… -ovviamente c’è il ma, nemmeno una delle questioni può filare liscia come l’olio per il nostro governo- solo a determinate condizioni: devono essere installati i filtri dell’aria certificati (solitamente presenti sui bus più nuovi) e i divisori. Questo, ammesso e concesso che i contagi non aumentino. Ergo, bisogna constatare quali siano le condizioni dei mezzi di trasporto, Ci sono i filtri? I divisori sono una possibilità realistica, che rientra nei tempi, nei costi, nella praticità?

Nel frattempo gli enti locali, che hanno (finalmente) capito che a queste condizioni non si riuscirà a far fronte alla richiesta di servizio di spostamento del 18,5% degli studenti, hanno chiesto 200 milioni di fondi aggiuntivi per affittare nuovi mezzi e per pagare gli straordinari. 

Ma chi si occupa di rappresentare il settore lo ha già capito. Il presidente di Asstra, associazione che riunisce le aziende di trasporto pubblico locale, Andrea Gibelli, la ‘vede nera’ e lancia l’allarme: “potrebbero rimanere a piedi il 25/35 per cento degli studenti.