La battaglia a difesa delle spiagge italiane non è ancora finita, ma un importante passo avanti è stato fatto proprio in queste ore: il Tar di Lecce, con un’ordinanza che ha spiazzato molti, ha infatti rinviato alla Corte di Giustizia europea la decisione in merito al ricorso avanzato da cinque concessionari contro l’Autorità della Concorrenza e del Mercato, che si era opposta al prolungamento fino al 2033 delle concessioni balneari. Un pronunciamento che il sindacato Base Balenare, schierato a difesa dei concessionari italiani contro le mire predatorie dell’Unione Europea, ha salutato con entusiasmo, definendola “epocale”.
Una mazzata per i tifosi della celebre Direttiva Bolkestein, lo strumento attraverso il quale Bruxelles vorrebbe sottrarre le spiagge italiane a imprenditori che le gestiscono ormai da anni per poi assegnarle all’asta, a tutto vantaggio delle multinazionali pronte ad aggiudicarsele a prezzi di comodo. Il tutto con il tacito assenso di un governo totalmente asservito ai diktat europei e rimasto a sua volta sorpreso della decisione del Tar di Lecce, presieduto dal dottor Antonio Pasca, in merito alla questione. Molto dipenderà ora da come il Tribunale di Strasburgo accoglierà i quesiti elaborati dal tribunale pugliese, che ha messo in dubbio la validità della stessa Bolkenstein.
Come spiegato da Alessio Buzelli sulle pagine della Verità, il Tar ha chiesto innanzitutto di verificare se la Bolkestein sia valida o meno, chiedendo alla Corte Ue se “la Direttiva risulti vincolante per gli Stati membri” o se sia invece “invalida in quanto adottata soltanto a maggioranza invece che all’unanimità”. Le modalità di approvazione, dunque, potrebbero mettere in discussione la direttiva stessa, rendendola di fatto inapplicabile. La Corte di Strasburgo sarà chiamata a sciogliere altri dubbi, come l’applicabilità immediata della Direttiva stessa e l’interesse transfrontaliero certo.
La decisione del Tar leccese è arrivata dopo il ricorso di cinque concessionari difesi dagli avvocati Isabella Loiodice e Nicolò Mellaro, che hanno spiegato come il tribunale Ue dovrà chiarire altri punti critici. In ogni caso, la sentenza potrebbe trasformarsi in una svolta nella battaglia a difesa delle spiagge italiane, riaccendendo il dibattito sull’argomento in un momento cruciale. Contro la Bolkestein è da sempre schierato il senatore Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, che l’ha definita un provvedimento “inapplicabile” e si è detto contrario alla “messa all’asta delle spiagge italiane”.
Ti potrebbe interessare anche: Paragone e Italexit superano Calenda e Azione e diventano il sesto partito d’Italia