Non ama i riflettori, nonostante l’ormai celebre frase sul “lavorare col favore delle tenebre”. E non si candida, preferendo evitare di schierarsi salvo quando non è proprio possibile fare altrimenti. Eppure il partito di Conte, quasi etereo, esiste e funziona anche discretamente bene. A comporlo, una lunga lista di burocrati, funzionari, diplomatici, tutti uniti intorno a un premier che, nonostante il momento difficilissimo del governo giallorosso, ha fatto e farà di tutto per non perdere le chiavi di Palazzo Chigi prima del tempo. Un gruppo quasi invisibile che si è cementato al momento della nascita dell’allenza tra Pd e Cinque Stelle, dopo lo strappo tra il Movimento e la Lega di Matteo Salvini.
L’Espresso ha rivelato il retroscena di quel passaggio delicato: Di Maio era già pronto a un nuovo accordo con la Lega che gli avrebbe consegnato anche il ruolo di premier, Conte prese tutti in controtempo consigliato da una squadra capeggiata da Rocco Casalino. Da Biarritz, in Francia, organizzò in fretta una piccola conferenza stampa in cui di fatto apriva ai dem e dichiarava “chiusa” la stagione politica al fianco di Salvini. Bruciando così Di Maio, che vide così il suo castello di carte crollare in un istante. Ad affiancare il premier, il consigliere diplomatico Pietro Benassi, il segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa, il capo di gabinetto Alessandro Goracci e il consigliere militare Carlo Massagli. Un gruppo di professionisti riunito nella città francese dal caso (accompagnavano Conte al G7) e diventato artefice della discussa alleanza giallorossa.
La lista di personaggi che ruota intorno a Conte si è poi allungata ulteriormente. Gennaro Vecchione, generale di divisione della Guardia di Finanza, è finito sotto gli occhi del premier a capo del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina Aise e Aisi, ovvero le agenzie di spionaggio esterno e interno. Una scelta, dicono i ben informati, dettata anche dall’amicizia tra l’ex moglie di Vecchione e la compagna di Conte. Non mancano poi le personalità vicine al premier nel mondo cattolico, legate soprattutto al collegio universitario di Villa Nazareth, epicentro del cattolicesimo di sinistra. L’arcivescovo Claudio Maria Celli. Il presidente del comitato scientifico di Villa Nazareth Carlo Felice Casula, strenuo difensore del premier. Il professor Paolo Atzeni che lo ha anche ospitato in una conferenza sull’innovazione dell’università. L’ex segretario generale dell’Autorità della Privacy Giuseppe Busia,
L’ambasciatore Pietro Benassi ha il merito di aver avvicinato Conte ai diplomatici tedeschi quando ancora la vocazione europeista del premier non era del tutto sbocciata. Domenico Arcuri, invece, era stato tra i primi ad avvicinarsi all’Avvocato del Popolo, finendo poi per diventare commissario durante l’emergenza Covid. Il consigliere economico di Conte Piero Cipollone, da par suo, è balzato nel direttorio di Bankitalia. Tra le persone che godono della particolare stima di Conte ci sono poi Marco Alverà di Snam e Claudio Descalzi di Eni. Una trama fittissima di nomi e cognomi tutti al servizio di Palazzo Chigi.
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