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“Il lockdown? Inutile!” Lo studio dell’Università di Stanford che fa crollare tutte le (loro) certezze

Pubblicato il 12/03/2021 11:39 - Aggiornato il 12/03/2021 18:41

Esattamente come quando si va alla cieca o ci si affida al caso della roulette russa. 

Mesi e mesi di sacrifici imposti, che sono costati amaramente alle popolazioni sia in termini di gravi perdite economiche sia in termini di privazioni dei diritti costituzionali, sono stati gettati al vento da uno studio condotto dalla prestigiosa università di Stanford. 

Evidentemente tutte le misure finora adottate per il contenimento dei contagi da Covid non si sono poggiate su evidenze scientifiche, perchè l’evidenza scientifica che oggi ci propone Stanford e che viene proposta su La Verità, mostra il contrario di quello che ci hanno fatto credere. 

L’università, che si è occupata proprio di investigare la corrispondenza tra misure e diffusione del Covid e la relazione tra benefici/sacrifici, lo dice chiaramente nel Report: “Non vi è alcuna prova che i lockdown estremi abbiano contribuito in modo sostanziale a piegare la curva dei nuovi casi”. “Non c’è corrispondenza tra restrizioni e freno dei contagi: il calo è conseguenza più di dinamiche naturali che di decisioni politiche”. 

Non solo lo studio pubblicato dall’European journal of clinical investigation sostiene tale tesi, ma dimostra anche come le chiusure estreme talvolta si siano rivelate addirittura motivo di peggioramento.

Per la conduzione dello studio, sono stati analizzati dieci Paesi tra cui l’Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Iran, Paesi Bassi, Spagna, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti. E sono stati valutati gli effetti sia dell’adozione di lockdown estremi sia di interventi meno duri, come le regole per il distanziamento. 

Gli scienziati hanno messo a confronto l’andamento della diffusione del virus in Svezia e Corea del Sud (dove non sono state adottate chiusure obbligatorie per le attività lavorative e divieto di qualsiasi tipo di circolazione) con gli altri otto Paesi. 

Le analisi hanno mostrato che “misure molto restrittive non portano effetti benefici chiari e significativi per il calo dei contagi, in nessun Paese. In Francia, ad esempio, i risultati positivi del lockdown estremo sono stati solo del 7% in più rispetto alla Svezia e del 13% rispetto alla Corea del Sud”.

Gli scienziati pertanto hanno concluso che, “sebbene non si possano escludere piccoli benefici, questi non sono tali da giustificare i sacriici richiesti alla popolazione. Riduzioni simili nella crescita dei casi si possono ottenere con interventi meno restrittivi”.

Inoltre, secondo quanto dichiarato nel report di Stanford, “l’obbligo di restare in casa avrebbe addirittura conseguenze negative”, perchè, oltre a favorire l’insorgenza di diverse forme di disagio psichico, come la depressione, e l’aumento di violenza domestica, si è rivelato proprio l’obbligo di non uscire di casa a incentivare un aumento del numero dei contagi a causa del contatto ravvicinato tra i membri delle famiglie in un luogo chiuso (fenomeno che si è osservato ad esempio a Human in Cina).

Sembrerebbe, invece, essere molto efficace una corretta comunicazione del rischio e quindi la stimolazione di una sana consapevolezza, piuttosto che l’imposizione di restrizioni così estreme. È quanto emerso dalle osservazioni condotte “in Corea del Sud, dove sono stati osservati grandi cambiamenti nel comportamento a seguito di misure poco restrittive”.