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Il governo si è dimenticato dei nostri soldati tornati dall’Afghanistan

Pubblicato il 10/07/2021 13:15 - Aggiornato il 10/07/2021 13:17

Ricordate cosa successe con il ritorno in Italia di Silvia Romano, la volontaria rapita in Kenya dove viveva e lavorava per un’organizzazione non governativa? Al suo rientro, avvenuto soltanto dopo il pagamento di un lauto riscatto per permettere il rilascio, ad accoglierla la ragazza aveva trovato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sorridenti e in prima fila per stringerle la mano, rivendicando agli occhi degli italiani la buona riuscita dell’operazione. Immagini che avevano fatto discutere parecchio già all’epoca e che stonano ancor più se confrontate con il recente passato.

Il governo si è dimenticato dei nostri soldati tornati dall'Afghanistan

Nel silenzio più totale della gran parte della politica, infatti, in queste ore sono rientrati a Pisa gli ultimi soldati italiani del contingente impegnato in Afghanistan, appartenenti alla brigata Paracadusti della “Folgore”. A guidare i soldati, il comandante Beniamino Vergori, che insieme ai suoi più stretti collaboratori ha solcato per l’ultima volta la rotta dall’Afghanistan allo Stivale a bordo di un C-130 Hercules. Ad accoglierli, nessuno.

Gli ultimi uomini del contingente italiano a Herat, parte della missione che prendeva il nome di Resolute Support, sono sbarchi nell’indifferenza generale, senza che un solo uomo dell’alta rappresentanza politica e istituzionale fosse presente a stringere loro la mano. Non c’era il premier Mario Draghi, evidentemente impegnato in ben più importanti faccende, e non c’era quel Di Maio che con l’alternarsi degli ultimi governi è rimasto al suo posto al ministero degli Esteri, ma nel frattempo ha evidentemente cambiato e non poco atteggiamento.

Vent’anni di sacrifici immensi, e purtroppo anche di morti e feriti, non sono evidentemente stati sufficienti ad attirare le attenzioni della classe politica che in questo momento ci governa. Vero che giorni prima del rientro aveva avuto luogo, nella base di Herat in Afghanistan, una cerimonia alla presenza del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Ma il ritorno in patria è per tradizione un momento simbolico, da onorare. Lo Stato, assente, non può che essere ritenuto colpevole.

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