Incatenata davanti Palazzo Chigi, mamma Rosetta protesta e chiede disperatamente l’intervento del governo italiano per salvare il figlio, Pietro, e tutti gli altri 18 pescatori di Mazzara del Vallo che sulle 4 imbarcazioni alla ricerca di gamberi sono stati fermati e sequestrati dai militari libici del generale Haftar.
I siciliani, trovati a largo sono stati arrestati con “la falsa accusa di traffico di stupefacenti”, riferisce il Tempo. La vicenda va avanti dal primo di settembre, nulla da allora è cambiato. Li tengono in carcere come “merce di scambio” con quattro scafisti libici arrestati in Italia per un naufragio del 2015.
Rosetta e i cari delle altre persone sequestrate vorrebbero avere notizie sulla trattativa. Dopo giorni e giorni, in cui Rosetta ha stazionato sotto la Farnesina cercando di avere notizie, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, l’hanno ricevuta, ma l’unica cosa che sono stati capaci di fare è rassicurarla sull’interessamento del governo italiano. Non si hanno nemmeno le prove sullo stato di salute dei sequestrati. “Pietro solo a metà settembre ha avuto il permesso di fare una telefonata alla mamma per dare la prova di essere in vita”.
“Mi fido e non mi fido”, dichiara la signora disperata. “E’ il mio unico figlio”, ripete in continuazione, commuovendosi, perché il mare 24 anni fa gliene aveva già portato via un altro, anche lui pescatore.