Il popolo dei ristoratori dice basta. Stremato da mesi e mesi di chiusure e restrizioni continue, anche durante le festività natalizie, ha deciso alla fine di alzare la voce e ribellarsi a una situazione diventata ormai insostenibile, con il governo che continua a promettere aiuti inesistenti e insiste, intanto, con il vessare imprenditori da tempo in ginocchio a causa della crisi. La data da segnare in rosso è così quella del 15 gennaio: in quell’occasione, in tutta Italia, andrà in scena la protesta di chi, stremato, terrà aperto il proprio locale in barba a qualsiasi divieto, sfidando così l’esecutivo Conte. Tante le adesioni già arrivate, da Nord a Sud, accomunate dal ricorso all’hashtag #IoApro.
Una disobbedienza civile nata in rete, dove Maurizio Stara, titolare del pub RedFox di Cagliari, aveva lanciato un appello chiedendo l’adesione dei gestori di altri locali lungo lo Stivale: “Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone per tavolo) e di rimanere seduti e composti. La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz’ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag #nonspengopiùlamiainsegna e #ioapro taggandovi all’interno dal locale. Tutti i partecipanti verranno omaggiati con un piccolo ringraziamento d’asporto”.
Tante le adesioni subito raccolte. A Modena, un ristoratore ha annunciato di voler riaprire la sua attività il 15 gennaio a cena nonostante i divieti: “Da venerdì 15 (compreso), 50mila ristoratori apriranno in tutta Italia a pranzo e cena in barba a qualsiasi Dpcm illegittimo. I ristoratori hanno deciso di alzare la testa e tornare a vivere. Apriamo la nostra attività rispettando il distanziamento e le norme anti covid”. A dare conferma della sua partecipazione all’iniziativa anche Angelino Ferrari, amministratore delegato del Green Glam Restaurant a Parma, che ha spiegato alle pagine di Parma Today: “Il 15 gennaio apriremo nonostante i divieti. Non possiamo più andare avanti così. I ristori che sono stati dati dal governo non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di lavorare: in alternativa ci aggiungeremo all’elenco delle aziende che sono già state costrette a chiudere”.
In caso di multe “ci comporteremo, come sempre, con educazione e buon senso, faremo controllare il locale e accetteremo il verbale. Dopo qualcuno di noi lo contesterà mentre magari altri decideranno di pagare la multa entro cinque giorni. Abbiamo un pool di avvocati a disposizione”. Rimanere con le mani in mano, però, non era più possibile: “Ormai il nostro fatturato vede perdite tra il 60 e il 70%, mentre in estate le perdite si aggiravano intorno al 40%. Per non parlare delle spese fatte in vista dell’annunciata riapertura natalizia, mai effettuata. Tutti soldi persi. È il momento di svegliarci e riprendere in mano le nostre vite”.
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