Il governo Draghi ha incassato la fiducia del Parlamento, nei due passaggi a Camera e Senato, sostenuto da quell’ampia maggioranza accorsa a celebrare l’ex presidente della Bce. Ma non quella degli italiani, che hanno assistito allo stucchevole balletto dei politici, tutti pronti a tradire le promesse passate e giurare fedeltà a un esecutivo più obbediente che mai nei confronti dei diktat della Troika. E che ora, stando ai sondaggi, bocciano la scelta di una squadra di esponenti della finanza e vecchie volpe della poltrona, da Brunetta a Maria Stella Gelmini passando per la conferma dei vari Speranza, Lamorgese e compagnia cantante.
Stando un sondaggio pubblicato dalla Stampa, infatti, soltanto tre italiani su dieci si dicono soddisfatti della squadra di ministri scelta da Draghi. Stando alla stessa rilevazione, le priorità che il governo dovrebbe affrontare, secondo i cittadini, sarebbero innanzitutto le strategie per l’immunità della popolazione (48,3%), un piano per ridurre il carico fiscale (20,6%) e per accelerare i cantieri (7,7%). Meno importanti, invece, la transizione green, i cambiamenti al mondo dell’istruzione e la transizione digitale.
Quello che si chiede al governo è, in ogni caso, agire in fretta. Perché una bella fetta della popolazione, stremata, non ce la fa più. Il 32,7% degli italiani si sente ancora in grado di andare avanti nonostante la crisi, ma il 30,2% sostiene di aver dato già i primi segnali di cedimento. Un cittadino su quattro si dice ormai demotivato, una percentuale che cresce se si guarda alle donne. Sarà dura, dunque, per Draghi infondere positività nella popolazione. Anche perché, come detto, le sue prime scelte non piacciono.
Il 44,1% degli italiani si dice non soddisfatto della nuova squadra di governo e, complessivamente, sembrano riporre più fiducia nei ministri tecnici che in quelli politici, bocciati quindi in maniera abbastanza netta. Dando un’occhiata ai nomi scelti, tutto sommato, non era così difficile da prevedre.
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