Alle prese con l’emergenza coronavirus, che ne ha ridotto i profitti come successo alla maggior parte delle aziende, e in costante rotta di collisione con gli Stati Uniti, Huawei ha scelto l’Italia come nodo centrale delle sue strategie future, pronta a scommettere a parole sul nostro Paese con la promessa di investimenti in arrivo nei prossimi mesi. Una strategia che, però, ha già sollevato timori da parte di molti analisti, convinti che dietro le mosse del colosso cinese ci sia, di fatto, il tentativo di attaccare il golden power, la necessità dei governi di proteggere le imprese che lavorano in settori considerati cruciali.
A confermare le intenzioni Huawei è stato in queste ore il ceo italiano Thomas Miao, che attraverso le pagine del Sole 24 Ore ha spiegato: “Entro la fine dell’anno avvieremo un centro per l’innovazione dedicato alle intelligenze artificiali, che potrebbe anche raddoppiare. L’investimento iniziale sarà fra i 5 e i 10 milioni di euro con un impiego di circa 50-100 persone e sedi in due Regioni a scelta tra Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia”. Qualora le strutture dovessero poi prendere il largo, c’è la possibilità di dar vita a un vero e proprio sbocco produttivo”. Huawei ha anche avanzato proposte per aiutare il governo nella gestione della Fase 2, con strumenti per un monitoraggio più efficace dei pazienti e l’abbattimento del costo di analisi.
E a chi critica la Cina, il ceo Huawei ha risposto: “Chi ce l’hai con noi non è mai stato nel nostro Paese e non lo conosce. Lo stesso vale per la nostra azienda. Siamo un’impresa privata, senza alcuna partecipazione dello Stato e nessun collegamento con il governo. Il nostro business è globale”. Non so mancati i complimenti all’esecutivo italiano per come ha gestito fin qui la situazione. E il rammarico per una rete 5G ancora poco sviluppata.
“Gli operatori stanno registrando un ritmo di sviluppo troppo lento. E questo è anche colpa del golden power, che andrebbe ripensato. In Italia il presidente del Copasir ha lanciato un allarme su di noi? Se il governo e gli operatori ci daranno il benvenuto continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Siamo totalmente aperti e disponibili a portare valore e aiutare l’Italia a sviluppare la sua linea 5G. Non abbiamo niente da nascondere e siamo disponibili a ogni tipo di verifica”.
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