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Condannato a 1 anno di carcere. Maurizio Costanzo, colpito dai giudici, risponde e li asfalta così

Pubblicato il 05/12/2022 10:15 - Aggiornato il 05/12/2022 10:40

Maurizio Costanzo non ci sta. Attraverso le pagine del Corriere della Sera lo storico conduttore, 84 anni, ha voluto dire la sua, commentando la condanna che gli è stata inflitta in questi giorni dal Tribunale di Ancona: un anno di reclusione, con sospensione della pena subordinata al pagamento di 40 mila euro come risarcimento danni. Il reato contestato a Costanzo è stato quello di diffamazione nei confronti del gip che si era occupato di Gessica Notaro, la donna sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato Edson Tavaers. “Non commento le sentenze, parlano da sole – è stata la replica di Costanzo – Io so solo di avere difeso una giovane donna che è stata sfregiata e che in conseguenza di ciò ha perso un occhio”. Poi il conduttore è entrato nel merito della sentenza, spiegando le sue ragioni. (Continua a leggere dopo la foto)

Durante la puntata del Maurizio Costanzo Show andata in onda il 20 aprile 2017, il conduttore aveva ospitato proprio Gessica Notaro, che aveva ripercorso i passaggi salienti della sua drammatica vicenda. Ricordando anche che il gip aveva chiesto per Tavares, già denunciato per stalking da Gessica, il solo divieto di avvicinamento e non, come richiesto dal pm, gli arresti domiciliari. (Continua a leggere dopo la foto)

“L’ho denunciato sperando che la facesse finita — aveva raccontato Gessica — Vorrei sapere perché il pm ha deciso che andava arrestato e invece il gip gli ha dato solo gli obblighi domiciliari”. Costanzo aveva preso le sue difese: “Complimenti a questo gip, vogliamo fare il nome del gip che ha fatto questo? Io mi voglio complimentare col gip. Dico al Consiglio Superiore della Magistratura: fate i complimenti da parte mia al gip che ha deciso questo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Costanzo non aveva mai fatto direttamente il nome del giudice, Vinicio Cantarini del Tribunale di Rimini, ma quest’ultimo lo aveva comunque prima diffidato e poi querelato. Alla fine è così arrivata la condanna per il conduttore, che ha invitato a riflettere su un dato: in Italia quando è un magistrato a presentare una denuncia, le sentenze di accoglimento sono quasi l’80%, mentre sono il 36% quando non è protagonista un togato.

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