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“Ho perso il lavoro durante il Covid e ora dormo sulle panchine nel parco di Milano”: il dramma di Mirko

Pubblicato il 01/06/2022 13:08 - Aggiornato il 03/08/2022 14:02

Costretto a dormire da due mesi nel Parco nord di Milano. Con i suoi averi, racchiusi in tre sacchi, appoggiati su un albero. Una storia che fa paura, quella di Mirko, perché tante persone vedono nel suo racconto le proprie paure prendere vita, consapevoli che simili disgrazie possono succedere a chiunque, in un’Italia che non tutela più i suoi cittadini. Paralizzato da un iter burocratico che gli impedisce di partire per la Romania, dove lo aspetta la sua compagna e un pezzo di terra da lavorare: per ottenere la carta d’identità ed espatriare dovrebbe infatti indicare un domicilio che, però, non ha.

A raccontare la storia di Mirko Bruno Di Natale, 47 anni di origini milanesi, è Milano Today: “Sono un tecnico informatico. Con la pandemia ho perso il lavoro, la gente aveva paura del virus e non mi voleva a casa. Di sera prima andavo anche a consegnare le pizze, ma anche la pizzeria ha chiuso. Intanto alla mia compagna hanno ridotto il lavoro da 8 a 3 ore al giorno. Siamo arrivati ad avere in due 21 euro al giorno, e, ovviamente, con questa cifra non riuscivamo più a pagare affitto e bollette. È arrivato l’ufficiale giudiziario, ha fatto cambiare la serratura dal fabbro e nel giro di un’ora e mezza siamo dovuti andare via di casa”

“Sono due mesi e qualche giorno che vivo al Parco nord su una panchina – ha spiegato ancora Mirko – quando non piove. Quando piove mi concedono di mettermi sotto al tendone del bar. Tutte le mie cose le tengo sotto a quest’albero, così almeno sono un po’ al riparo. Anche se non sono cose di valore, è tutto quello che ho. La cosa più difficile… è proprio vivere, perché dormendo o per terra o su una panchina, ormai ho un dolore unico dappertutto. Grazie alla generosità delle persone però almeno riesco a mangiare quasi tutti i giorni”.

Mirko vorrebbe raggiungere la compagnia in Romania, ma non ci riesce: “Non avendo una residenza, è molto difficile. Io non risulto più a Cormano, comune dove avevo l’ultima residenza, né in nessun altro indirizzo. Il gruppo di quartiere che mi sta aiutando ha anche provato a prendere appuntamento col sindaco di Cormano, ma per il momento rimane in attesa di sapere qualcosa”

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