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Green pass obbligatorio in mensa: poliziotti e carabinieri costretti a mangiare sul marciapiede

Pubblicato il 17/08/2021 09:27 - Aggiornato il 17/08/2021 09:29

Insieme sulla stessa volante, per fare servizio, o negli uffici. Quando però scatta il fatidico momento, quello della mensa, poliziotti e carabinieri si trovano di colpo divisi in due categorie, con diritti molto differenti: chi ha il green pass può entrare in mensa e consumare regolarmente il suo pasto, gli altri no, fuori, costretti ad arrangiarsi. Con tanto di foto choc che hanno già iniziato a fare il giro dei social, tra l’indignazione e la sorpresa degli utenti italiani.

Green pass obbligatorio in mensa: poliziotti e carabinieri costretti a mangiare sul marciapiede

Tutta colpa di una circolpare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che ha di fatto sconfessato tutti i provvedimenti precedenti, introducendo con decorrenza immediata l’obbligo della certificazione verde anche all’interno delle mense di servizio obbligatorie delle forze dell’ordine. Un drastico cambio di rotta rispetto a tutte le precedenti indicazioni, con il ministero della Salute che ha deciso di non esentare nessuno dall’obbligo di green pass per avere accesso al servizio mensa. Nemmeno chi lavora per proteggere i cittadini.

Una notizia che ha ovviamente scatenato la rabbia e la protesta degli agenti e dei sindacati che li tutelano, mentre in tutta Italia iniziavano a comparire i primi scatti di poliziotti e carabinieri costretti a mangiare da soli all’aperto, sotto il sole, con un panino in mano. La testata Monza Today ha ospitato, per esempio, lo sfogo di Alessandro Griesi, agente brianzolo e segretario provinciale di Milano della Federazione Sindacale della Polizia di Stato, accompagnato da scatti che immortalano alcuni tutori della legge seduti sul marciapiede, costretti a consumare così il loro pasto.

Una decisione arrivata nonostante all’interno delle mense fossero state adottate tutte le misure necessarie a contenere il contagio: gel per sanificare le mani, distanziamento dei tavoli, mascherine per tutti. Con Cgil e Cisl all’attacco: “Non ha senso separare gli agenti in mensa dopo che sono stati insieme anche otto ore, nel corso della giornata”. Niente da fare. Alla fine si è optato per l’ennesima discriminazione, ennesimo passo verso una società in cui chi non si piega alla dittatura sanitaria è sempre più considerato un cittadino di serie b, senza gli stessi diritti degli altri.

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