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Gli anticorpi monoclonali hanno già curato 200 pazienti in 15 Regioni diverse

Pubblicato il 29/03/2021 11:40

Un totale di 230 persone positive al Covid-19 alle quali, nel corso di questi giorni, sono state somministrati gli anticorpi monoclonali. Con il consenso dei diretti interessati, sparsi per 15 diverse Regioni d’Italia. E che hanno potuto trarre beneficio da una terapia di cui in pochissimi parlano e che, invece, si è rivelata particolarmente utile nella prima fase del contagio, per evitare che il paziente finisca in ospedale in gravi condizioni. Bisogna intervenire, infatti, a pochi giorni dal tampone, diventando inutili quando arriva la polmonite.

Alle pagine di Repubblica Francesco Menichetti, direttore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale di Pisa, ha raccontato di aver curato così 25 pazienti: “Vanno dati a persone che hanno ancora pochi sintomi, ma con fattori di rischio che fanno prevedere un aggravamento”. Over 65 con altri problemi di salute, under 65 con malattie gravi. Un trattamento dal costo di 1.500-2000 euro a seconda della marca, con il ministero della Salute che ha stanziato al momento 150 milioni per garantire 150 mila dosi.

Una passaggio invocato già da tempo da molti esperti e sul quale, però, si è perso tempo, tantissimo. Con il risultato di ritrovarsi soltanto ora a effettuare una vera e propria sperimentazione, sulla quale toccherà all’Afia, l’Agenzia italiana del farmaco, mettere l’ultima parola. Le conseguenze sono però procedure lente e farraginose: “Prima di somministrare le monoclonali dobbiamo chiedere l’autorizzazione all’Aifa, per ogni singolo paziente”.

Pierluigi Viale, primario di Malattie Infettive al Sant’Orsola di Bologna, non ha dubbi però riguardo l’efficacia: “Avevamo un paziente reduce da un trapianto, immunodepresso, e con il Covid ha sviluppato febbre e polmonite in pochissimi giorni. Dopo il trattamento è migliorato rapidamente. Un paziente che da solo non riesce a produrre anticorpi è il tipico caso in cui i monoclonali sono utili”.

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