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C’è già un nome per il post Draghi. Chi andrà a Palazzo Chigi con lui al Quirinale: il retroscena

Pubblicato il 27/10/2021 07:45

Si muovono vorticosamente le acque per il post-Draghi. Nei piani alti della politica ogni partito e ogni corrente punta a spuntarla. E anche in casa Lega la questione è molto aperta. Un nome più di tutti è dato per favorito. E i retroscenisti spiegano pure perché. L’ultimo dettaglio arriva dalla missione negli Stati Uniti che Giorgetti ha organizzato ufficialmente “per stabilire rapporti con gli organi dell’amministrazione Biden che si occupano di commercio”, lavorando un po’ come procacciatore di investimenti: “Credo che abbiamo fatto progressi, e ho riscontrato un grande senso di interesse nei confronti del sistema Italia” ha spiegato. Ma c’è dell’altro. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo racconta Marco Antonellis su Tpi: “In realtà a via Bellerio, in casa leghista, sono in molti a ritenere che il vero obiettivo sia stato un’altro: ‘Punta a fare il presidente del Consiglio se Mario Draghi salirà al Colle’, spiegano senza mezzi termini alcuni leghisti in Transatlantico ma per fare questo ‘ha bisogno di riposizionarsi con la Casa Bianca dopo le sbandate trumpiane di Matteo Salvini’. Insomma, per aspirare alla presidenza del Consiglio c’è bisogno della ‘benedizione’ Usa e Giorgetti, a differenza di Salvini, lo ha capito benissimo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Non per niente anche Silvio Berlusconi, come anticipato da TPI, si è messo alla ricerca di nuovo leader per il centrodestra ben sapendo che, anche a livello internazionale, i due sarebbero considerati inadatti per guidare il Paese. Scrive ancora Antonellis: “Il vero esame da leader di governo per Giancarlo Giorgetti è arrivato il terzo giorno della sua permanenza negli Stati Uniti, quando si è incontrato, rigorosamente a porte chiuse con uno dei più importanti think tank americani. Un summit in piena regola lontano da occhi indiscreti”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Stop al sovranismo, insomma. Chissà cosa ne penserà Matteo Salvini, visto che il German Marshall Fund, questo il nome del riservatissimo think tank, si muove solamente con i numeri uno o potenzialmente tali. Senza pensare che da proprio da lì (è stata la presidente del GMF) proviene Karen Donfried, sottosegretario per l’Europa di Joe Biden, e da oggi nuovo prestigiosissimo interlocutore di Giancarlo Giorgetti”.

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