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Giambellino, gli anziani in rivolta minacciano lo sciopero della fame

Pubblicato il 10/06/2021 09:30 - Aggiornato il 10/06/2021 23:16

Sembra incredibile, ma nella Milano dei grattacieli e delle multinazionali ci sono anziani costretti a minacciare lo sciopero della fame per chiedere il rispetto dei loro diritti fondamentali. Al Giambellino, uno dei Quartieri con la più alta concentrazione di persone nella terza età, c’è aria di rivolta. L’ultimo medico di famiglia andrà in pensione il 30 giugno e, come abbiamo anticipato in un precedente articolo, non sarà sostituito. La protesta dei nonni del Quartiere, privati del diritto alla Salute, è clamorosa. Un sit-in ordinato e dignitoso, ma colmo di tristezza e di rabbia.

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Tutti i partecipanti indossano le regolari mascherine e mostrano eloquenti cartelli di denuncia. Recitano così: “Il medico è un diritto di tutti, soprattutto degli anziani”. “Siamo anziani, malati e soli e adesso anche senza un medico: è una vergogna”. “La sanità pubblica è un diritto, noi annunciamo lo sciopero della fame”. Sono arrivati a questo punto gli anziani esasperati. Molti di loro sono malati e hanno scarsa capacità di deambulazione. Gli altri medici di zona distano almeno un chilometro dal quartiere, e questo causa disagi insormontabili per persone impossibilitate a faticosi spostamenti. Nessuna legge obbliga un medico ad aprire uno studio in un determinato rione. Ma si tratta di un problema che si potrebbe risolvere con un po’ di buona volontà.

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Basterebbe cambiare il sistema di convenzionamento che non garantisce la presenza di un medico in tutti i quartieri. Eppure nessuno ha risposto al disperato appello dei nonni del Giambellino, che ora sono costretti a mettere a rischio la loro salute per rivendicare il diritto alla salute. Un paradosso che non può lasciare indifferenti, e che conferma come vi sia una distanza sempre più marcata fra la Milano del lusso e dell’apparenza e quella, nascosta e sacrificata, delle periferie. Che oltretutto soffrono anche per la crisi del commercio e dei negozi di prossimità, molti dei quali rischiano la chiusura. Un problema ulteriore per gli anziani, che andrebbero ascoltati e aiutati, non certo abbandonati a se stessi.