Circa un mese fa il governo ha varato l’altro folle decreto che, come commenta Capezzone su La Verità ha “calpestato le libertà individuali e molto probabilmente anche non pochi principi costituzionali”, ha imposto l’obbligo vaccinale per gli over 50. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è avvenuta l’8 gennaio scorso. Mentre la gente protestava per questo ennesimo sopruso, i media hanno martellato promuovendo la norma liberticida. Di questi tempi va così, ormai lo sappiamo. Scrive Capezzone su La Verità: “L’intera offerta mediatica nazionale – scritta e audiovisiva – ha accompagnato con passo militare l’introduzione del nuovo obbligo, trattando i potenziali renitenti come paria, come reietti, come soggetti da mettere ai margini della convivenza civile”. Ma che risultati ha prodotto questa campagna governativa? (Continua a leggere dopo la foto)
Malgrado “le sanzioni contenute nella norma” (dal 1° febbraio scorso è stata prevista una multa di 100 euro, mentre dalla prossima settimana non sarà nemmeno consentito ai non vaccinati di guadagnarsi il pane lavorando), i resistenti hanno resistito anche stavolta. Val la pena ricorda che con questa nuova norma folle, “in mancanza di Super Green pass non si riceverà lo stipendio, e l’eventuale accesso al luogo di lavoro farà scattare un’ulteriore pesantissima sanzione (da 600 a 1500 euro)”. Nonostante questo, si diceva, il “coraggio civile da parte di molti che non intendono piegarsi a quella che vivono come una prepotenza” ha avuto finora la meglio. (Continua a leggere dopo la foto)
Sono le cifre a parlare chiaro: “Dall’8 gennaio a oggi, tra gli over 50, le nuove adesioni alla campagna vaccinale sono state circa 650.000, mentre restano ancora lontani dalla siringa 1,516 milioni di italiani sopra i 50 (circa la metà, e si tratta di 681.000 individui, compresi nella fascia tra i 50 e i 59 anni). E anche all’avvicinarsi della fatidica scadenza del 15, non sembra esserci stata alcuna impennata di inoculazioni: nell’ultima settimana ci sono state solo 167.000 nuove vaccinazioni, appena 5.000 in più della media settimanale riscontrata dall’8 gennaio in poi”. (Continua a leggere dopo la foto)
In sostanza, “tra i destinatari dell’obbligo, solo uno su tre si è piegato, mentre gli altri due resistono. E allora la domanda sorge spontanea. A cosa è servito avvelenare il clima, calpestare le libertà personali, aggirare in modo discutibile la stessa giurisprudenza costituzionale in materia di vaccinazione, creare un’atmosfera irrespirabile, se poi i numeri -adesso – si incaricano di certificare un mezzo flop? C’è un’Italia che – pur aggredita a reti e testate pressoché unificate – sta facendo valere una sua ribellione dignitosa e silenziosa. E si tratta di un silenzio che fa rumore: di una sorta di «voto di sfiducia» verso il governo e i suoi consulenti, verso i virologi e l’informazione del terrore, verso la pretesa di umiliare ed emarginare i portatori di un dissenso”.
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