Mentre emergono i dati choc sugli Aiuti di Stato dell’Ue (il 50% del totale vanno alla Germania da sola, innescando una vera e propria concorrenza sleale all’interno dell’Europa) e mentre Sarkozy a distanza di anni rivela dei golpe contro l’Italia e la Grecia innescati da lui e dalla Merkel per far cadere governi democraticamente eletti, ora arriva un’altra notizia che rivela tutta la crudeltà dell’Ue. Visti gli ottimi dati dell’Italia e il largo consenso del governo, l’Ue studia l’ennesima mossa per frenare il nostro Paese e lo fa in grande stile, con un grande classico: il Patto di Stabilità. Ossia quello che anche Repubblica definisce “il rigorismo da vecchia Europa, la mancanza di flessibilità, il ritorno del rapporto deficit/Pil al 3 per cento”. E dopo Meloni e Giorgetti, ora arriva la sferzata anche del ministro Fitto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Aveva detto il titolare dell’Economia Giorgetti: “Si abbia il senso del tempo, altrimenti tutto si fa più autolesionistico e complicato”. Sempre dalla kermesse di Comunione e Liberazione che si sta svolgendo a Rimini, dunque, anche il monito del ministro Raffaele Fitto: “Se non si trova un accordo sul nuovo modello di Patto di stabilità, il rischio è che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso”. Il ministro degli Affari Europei ha poi tuonato: “È giusta la preoccupazione espressa da Giorgetti su quello che potrebbe accadere in Europa. Avevamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di Stabilità che sta per tornare”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Europa, pronto il Patto di Stabilità che strangola l’Italia
Dopo il rialzo dei tassi decisi dalla Bce di Lagarde che stanno mandando a gambe all’aria cittadini e imprese, l’Ue vuole reintrodurre il più distruttivo degli strumenti, il Patto di Stabilità, con guerra, inflazione e interessi sul debito alle stelle. Fitto, per conto del governo, auspica che non si ripetano gli errori del passato: “Basta vedere l’aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e purtroppo della spesa corrente, in questi anni, per comprendere quanto una situazione di drammatica crisi poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte”. Ma l’Europa è matrigna e non si fermerà davanti a nulla, è più decisa che mai ad ammazzare l’Italia.
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