Un’epatite acuta dalle origini ancora sconosciuta e che sembra colpire i bambini in età inferiore ai dieci anni. Un’emergenza che continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, con casi segnalati anche nelle ultime ore, e con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha segnalato tra le ipotesi possibili quella di “un adenovirus”. In Gran Bretagna e Olanda, infatti, è stato rivelato in 74 casi, mentre in 19 era in correlazione con il Covid. Nello specifico, si tratta di un patogeno che causa infezioni respiratorie e gastrointestinali e si trasmette in seguito al contatto con secrezioni di persone infette e può essere anche portato dall’acqua o dall’aria, ma raramente provoca delle epatiti.
Come spiegato da Patrizia Floder Reitter sulle pagine della Verità, i giovani pazienti hanno manifestato, in tutta Europa, sintomi come ittero, diarrea, vomito e dolore addominale. Nel Regno Unito, otto bambini colpiti hanno dovuto subire un trapianto di fegato. Giuseppe Indolfi, associato di pediatria all’ospedale Meyer di Firenze, ha spiegato: “Non è chiaro perché un adenovirus debba essere responsabile di un quadro così grave”. Al momento una spiegazione unica non esiste. Le circolari del ministero della Salute negano “correlazioni con il vaccino anti-Covid”, ma la responsabile della Prevenzione pubblica del Veneto Francesca Russo ha confermato come “in alcuni pazienti sono stati trovati gli anticorpi a Sars-Cov 2”.
Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di medicina molecolare all’università di Padova, ha invitato a indagare “una possibile ragione immunitaria nel calo delle difese dei bambini”, mentre per il responsabile del Centro nazionale per la salute globale dell’Iss “la vaccinazione di massa con vaccini a vettore adenovirale potrebbe aver favorito eventi ricombinativi con gli adenovirus che tutti noi ospitiamo normalmente”. Anche se ufficialmente si escludono legami tra la campagna di somministrazione dei farmaci anti-Covid e la nuova emergenza, dunque, il rischio che esista una correlazione c’è e continua a dividere gli scienziati.
Possibile, tra l’altro, che i segnali di nuovi rischi all’orizzonte fossero già presenti ma siano stati colpevolmente ignorati. A luglio 2021, infatti, un gruppo di ricercatori indiani aveva pubblicato sulla testata PubMed una ricerca in cui si segnalava una possibile, nuova reazione avversa da vaccino anti-Covid. Nell’articolo venivano descritti due casi di epatite autoimmune (uno dei quali mortale) comparsi a segutio dell’inoculazione e si invitava la comunità scientifica ad approfondire il possibile nesso di casualità. Uno studio che all’epoca, però, era stato ignorato dalla gran parte degli esperti.
Ti potrebbe interessare anche: Il giallo delle dosi Novavax sparite nel Lazio, l’assessore: “Non sappiamo dove siano”