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Ecco i nostri capi! I 18 uomini d’oro della Merkel che hanno in pugno la UE (e l’Italia)

Pubblicato il 02/07/2020 11:13 - Aggiornato il 02/07/2020 11:19

Semplicemente ciò che abbiamo sempre detto. L’Unione europea non esiste, non c’è mai stata e  andrebbe chiamata per quello che nei fatti è: un’ ‘Unione’ a trazione tedesca. Da ieri la cancelliera Angela Merkel ha fatto l’ingresso trionfale come presidente di turno del Consiglio dei capi di stato e di governo dell’Ue. il sito politico.eu ha confezionato in onore di questo, un ampio reportage dedicato ai 18 alti dirigenti tedeschi da cui la Merkel si fa circondare. In pratica, con questo speciale ‘document-ario’ figura il ritratto dei 18 “most powerful Germans” e viene dimostrato quanto l’Ue sia davvero sotto controllo tedesco. Il team dei super-dirigenti gode di “ampi poteri e controlla ogni fascicolo.”

Tra questi spicca la figura di Michael Hager, capo di gabinetto esecutivo del vicepresidente Valdis Dombrovskis, che supervisiona l’operato di Paolo Gentiloni, commissario Ue per l’Economia. 

Il Politico parla di Hager come «l’uomo le cui dita sono in ogni torta». Lui è infatti un importante punto di riferimento per la Cdu di Angela Merkel e per il partito gemello, la Csu della Baviera. «Il suo compito è di trasmettere le priorità del Ppe (Partito popolare europeo) alla Commissione, mantenendo stretti rapporti con gli altri due vicepresidenti della Commissione, Frans Timmermans e Margrethe Vestager. 

Tanto per intenderci, quando a marzo, racconta Italia Oggi da cui abbiamo ripreso le informazioni, il commissario italiano Gentiloni, ha dato sostegno pubblico alla richiesta italiana di mettere insieme i debiti attraverso gli eurobond, Hager ha bocciato all’istante la proposta, dichiarando che l’Ue non deve impantanarsi in un dibattito ideologico». 

Non meno «potenti» di Hager sono Bjorn Seibert e Jens Flosdorff, rispettivamente capo di gabinetto e consigliere per la comunicazione di Ursula von der Leyen. Entrambi hanno preso parte alla stesura della bozza del Recovery Fund.

Ovviamente l’Europa deve curare con attenzione gli interessi del suo paese dominatore, dunque, dal momento che i rapporti con la Cina sono un punto chiave della Merkel (il mercato cinese è fondamentale per l’economia tedesca orientata all’export) la questione è inserita nel programma dell’agenda nei prossimi sei mesi. Ma nessuna preccupazione per la cancelliera, circondata dai suoi ‘super-scagnozzi’. 

Per la vicenda cinese infatti la Merkel sa già di poter contare su: Michael Clauss e Susanne SzechKoundouros, rispettivamente ambasciatore tedesco presso l’Ue e la sua vice, Sabine Weyand, che è a capo del Dipartimento del commercio, uno dei più importanti della Commissione Ue, donna dal carattere schietto e duro, nota come «poliziotto cattivo». Dulcis in fundo troviamo Gunnar Wiegand, per quattro anni negoziatore degli accordi commerciali tedeschi con Pechino.

Si può notare facilmente la strategia utilizzata dalla Germania di disporre al fianco dei commissari Ue più in vista, un proprio dirigente di fiducia. 

Christina Canenbley, vice capo di gabinetto della Vestager, responsabile dell’Antitrust Ue; Renate Nikolay, capo di gabinetto di Vera Jourovà, commissaria Ue per la trasparenza, incaricata di contrastare le fake news; David Me Allister, capo del comitato per gli affari esteri presso il Parlamento europeo, nonché del gruppo che deve monitorare le future relazioni tra Ue e Regno Unito, da sempre membro della Cdu, con stretti legami personali con la Merkel.

Sono invece 5 i nomi -riportati dal giornale Italia Oggi- che sotto vario titolo, tengono sotto controllo il Parlamento Ue di cui l’italiano David Sassoli è presidente:  Bernd Lenge (comitato per il Commercio), Monika Hohlmeier (Bilancio), Klaus Welle (segreteria generale), Daniel Caspary (capo del gruppo Cdu), Manfred Weber (capo del gruppo Ppe).

A volte i fatti sono così eloquenti che si commentano da soli. Questa è una di quelle.