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Draghi si incorona Presidente della Repubblica. Il suo intervento non lascia dubbi

Pubblicato il 22/12/2021 15:30

Un intervento che, letto tra le righe, potrebbe suonare come una candidatura al ruolo di Presidente della Repubblica. Le mire di Mario Draghi verso il Colle sono, d’altronde, argomento di discussione quotidiana, con l’attuale premier che deve ormai soltanto vincere le resistenze di quegli onorevoli che, in caso di colpi di scena a Palazzo Chigi, vedrebbero a serio rischio le proprie poltrone a causa del ritorno al voto. La conferenza stampa di fine anno dell’ex presidente della Bce, però, non sembra lasciare dubbi sulla volontà di giocarsi fino in fondo la partita per il Qurinale, non appena terminerà il mandato di Sergio Mattarella.

Dopo aver ribadito che “i vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus”, il premier ha infatti affrontato il tema del futuro del governo senza nascondersi: “Le domande sul mio futuro? Non è che non mi piacciono, è che non ho risposte. L’importante è vivere il presente. Abbiamo conseguito tre grandi risultati. Abbiamo reso l’Italia uno dei paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e raggiunto i 51 obiettivi. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà”. Parole, queste ultime, suonate come un chiaro indizio su un possibile addio.

“L’importante – ha aggiunto Draghi – è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, ed è la più ampia possibile. È una maggioranza che voglio ringraziare molto. Questo esecutivo ha fatto molto di quel che era stato chiamato a fare. Fondamentale è stato il sostegno delle forze politiche. I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni”.

Draghi ha poi dato merito “agli italiani” per gli elogi ricevuti in questi giorni dalla stampa estera: “L’aumento di credibilità del Paese può essere un moltiplicatore psicologico dell’azione di governo e del Pnrr. Porta una grande responsabilità. Occorre dimostrare che la fiducia data dall’Europa all’Italia è stata ben riposta”. E dalle parti di Bruxelles, c’è da scommetterci, vedrebbero benissimo l’attuale premier nelle nuove vesti di Capo dello Stato, la garanzia migliore per un Piano nazionale di ripresa e resilienza da portare avanti seguendo le linee guida dettate dall’Unione.

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