Alla fine anche Draghi, quello che chiamavano Supermario e che doveva mettersi a capo del “governo dei migliori” si è rivelato un incapace. C’erano tanti soldi da spendere e invece è tutto bloccato. Un esempio importante lo racconta molto bene Stefano Iannaccone su Domani. Si parla infatti di “un investimento per migliorare la sanità italiana e consentire un’accelerazione sulla ristrutturazione degli ospedali pubblici”. Ebbene, il governo nell’ultima legge di Bilancio ha previsto un ulteriore stanziamento di 2 miliardi di euro sullo specifico capitolo di spesa, peccato però che quei soldi sono rimasti solo teorici. “Dall’approvazione della manovra a oggi, non è mai arrivato il decreto attuativo per definire la ripartizione dei fondi destinati al programma pluriennale di interventi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Per rendere disponibili i soldi, “è necessario che il ministro della Salute, Roberto Speranza, d’intesa con il collega dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, firmi il provvedimento per indicare il funzionamento del meccanismo. La manovra si limita infatti a prescrivere che l’accesso alle risorse sia destinato, in via prioritaria, alle regioni che hanno esaurito i fondi precedentemente a disposizione. Si parla, insomma, di amministrazioni che hanno anche urgenza di questa iniezione di liquidità”. Ma questo è solo un esempio, e non è un caso isolato: “Della legge di Bilancio varata dal governo Draghi, mancano all’appello 61 decreti attuativi sui 151 inizialmente previsti: il 40 per cento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Tradotto: sono fermi oltre 8 miliardi e mezzo di euro, conteggiando il triennio 2022-2024. “Mentre per l’anno in corso gli stanziamenti bloccati ammontano a poco meno di 4 miliardi e mezzo di euro, circa il 13 per cento rispetto alla movimentazione complessiva. Un aspetto paradossale è che dei 61 provvedimenti, necessari per completare l’iter delle leggi che altrimenti restano solo sulla carta, 28 sono finiti oltre la scadenza fissata proprio in sede di approvazione della legge di Bilancio. Gli altri non hanno alcun limite indicato. Tuttavia, avendo dei finanziamenti previsti per l’anno in corso, sarebbe necessaria un’accelerazione. Come per l’investimento, relativo appunto al 2022, nell’edilizia e nell’ammodernamento degli ospedali”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un’altra misura, incagliata nei rimpalli ministeriali e che Draghi non riesce a sciogliere “riguarda l’impatto della pandemia sulla popolazione, benché non in termini sanitari. […] Non va meglio agli operatori nel settore del turismo, dello spettacolo e dell’automobile che devono ricevere i ristori aggiuntivi, pari a 150 milioni di euro, per i problemi economici provocati dal Covid-19. “La questione non è relativa solo ai problemi connessi alla pandemia. Balza agli occhi, in tal senso, l’immobilità sul fondo italiano per il clima. In standby c’è poi un’altra norma che interviene sullo stimolo ai consumi culturali. Manca, inoltre, l’approvazione, da parte del ministero delle Infrastrutture di Enrico Gio-vannini, del programma degli interventi (per 100 milioni di euro in totale) di ammodernamento del parco infrastrutturale della Guardia di Finanza”. Insomma, dov’è questa grande capacità di gestione e spesa di Draghi?
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