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“Draghi al Quirinale”. Finita l’epoca “dei migliori”. Tutti contro tutti e torte in faccia: una fine meritatamente ingloriosa

Pubblicato il 20/07/2022 20:24

Game Over, è finita! Il governo Draghi, si chiude ingloriosamente dopo un lungo tira e molla, dichiarazioni disattese e cambi di idea dalla sera alla mattina. «Chiedo che sia posto il voto di fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Casini», ha detto oggi il premier Mario Draghi. La risoluzione prevede una sola riga: «Udite le comunicazioni del premier si approva». Dopodiché sono scattate le dichiarazioni delle forze politiche, dove Forza Italia, Lega e M5S hanno esplicitato che non parteciperanno al voto, mentre Autonomie, Insieme per il futuro, Italia viva, Leu e Pd voteranno a favore. Contro Alternativa e FdI.
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Basta con i premier nominati

Verso le 19:15 la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, rivolgendosi al segretario generale di palazzo Madama a microfono aperto e udibile, preso atto dell’annuncio del M5S sulla non partecipazione al voto sulla fiducia al governo ha detto «Se non partecipano al voto mancherà il numero legale». Una volta preso atto di non avere i numeri per la fiducia, il premier si è dileguato dall’aula del Senato, dicendo: «Intanto prendo l’ascensore». Pochi minuti prima Gianluigi Paragone concludeva l’intervento dicendo «basta con i premier nominati». E Draghi, dal suo scranno ha risposto: «Vero!». Si conclude dunque una delle giornate più lunghe degli ultimi tempi. Fonti del Quirinale dicono danno per certo che il Presidente dimissionario del Consiglio salirà al Colle per dimettersi nella giornata di domani, causando dunque le probabili elezioni anticipate ad ottobre.
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Le dichiarazioni di Gianluigi Paragone

Il leader di Italexit, Gianlugi Paragone, come di consueto ha attaccato duramente il premier, dicendo dal suo banco: «Mario Draghi ha affrontato la crisi di governo con superbia. Non ha cercato un confronto con le forze che lo hanno sostenuto in Parlamento, si è fatto forte di una sorta di acclamazione popolare fatta di finte piazze osannanti e di lettere di sindaci imploranti». Il Senatore ha poi aggiunto: «Ma il vero endorsement è arrivato da coloro che lo hanno messo lì: governi di altri Paesi, finanza internazionale, ambienti terzi, insomma i suoi amichetti. La superbia di Draghi è stata confermata dall’ennesima richiesta di fiducia sulla risoluzione Casini e dal contenuto della sua risposta. Quanta Grecia c’era nel discorso del Premier: austerity e ingiustizia sociale, questo è il suo credo. Draghi ha detto che sono stati gli italiani a volerlo al governo: se ci crede davvero provi l’ebbrezza delle elezioni, ci metta la faccia almeno una volta nella sua vita. Se vuol essere un leader lo provi sul campo. Il tempo dei nominati è finito, è ora di tornare al voto».
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Finita l’epoca dei peggiori

Il terremoto mostra già i suoi primi effetti, tanto da convincere il ministro per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, a lasciare Forza Italia, il suo storico partito. Nel frattempo iniziano ad uscire le prime dichiarazioni dei vari leader ed esponenti del partito, i quali -necessariamente – si iniziano a proiettare sulla nuova campagna elettorale che a breve coinvolgerà l’Italia: Letta: «Giorno di follia, Parlamento si mette contro l’Italia». Gentiloni: «Irresponsabili contro Draghi». Di Maio: «Una pagina nera per l’Italia». E’ finita, dunque, l’epoca “dei migliori”, che in realtà sono stati – senza ombra di dubbio – tra i peggiori della storia politica italiana. Ora toccherà agli italiani non dimenticare tutta la miriade di vessazioni, abusi, soprusi e malefatte che questo esecutivo ha portato avanti negli ultimi due anni e mezzo, violentando in primo luogo la Carta Costituzionale, ed in secondo luogo i cittadini italiani.
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L’Italia è pronta a riscattarsi

Dunque, Draghi al Quirinale per dimettersi. Starà al popolo rendersi conto di quante nuove false promesse e giravolte ideologiche verranno compiute nei prossimi mesi ma, certamente, chi si è visto privato del proprio diritto alla libertà, nonché di quello al lavoro, ne avrà un’ottima contezza. L’Italia ha finalmente l’occasione di tornare ad essere un Paese democratico e libero, con buona pace dei sostenitori del Draghistan e di tutte le sue indicibili angherie.

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