Riuscirà alla fine Mario Draghi a coronare il suo sogno di volare direttamente da Palazzo Chigi al Colle, succedendo a Sergio Mattarella nel ruolo di presidente della Repubblica? Una domanda che continua ad agitare gli esponenti dei partiti che sostengono il governo, preoccupati dall’eventualità di un ritorno alle urne in caso di elezione a Capo dello Stato dell’attuale premier. In molti, infatti, temono di vedere le proprie, preziose poltrone spazzate via in un battibaleno e lavorano perciò a una soluzione che possa accontentare tutti.
Tra le ipotesi che stanno così prendendo piede in questi giorni c’è quella, raccontata da La Stampa, che possa essere una donna a diventare presidente del Consiglio sostituendo così Mario Draghi, libero a quel punto di volare al Quirinale tra gli applausi dei partiti a sostegno del governo, che si vedrebbero così garantito il posto fino alla naturale scadenza della legislatura. Niente male, per chi in questi mesi continua a godere di tutti i privilegi che comporta il titolo di “onorevole”. Chi sarebbe però a quel punto la prescelta?
Sempre secondo La Stampa, per capire il nome forte di questi giorni bisogna scorrere la lista delle possibili candidate al Quirinale. Un elenco che comprende la solita Emma Bonino, accostata più e più volte al Colle in passato, Lilian Segre (che ha già però declinato l’offerta), Rosy Bindi e Anna Finocchiaro per l’area di centrosinistra e la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, insieme a Letizia Moratti, per il centrodestra. Una rosa alla quale vanno aggiunte poi le attuali ministre Paola Severino e Marta Cartabia e, infine, Elisabetta Belloni, a capo dei servizi segreti dopo essere stata in passato alla direzione generale della Farnesina.
Proprio Belloni sarebbe la carta a sorpresa per sbancare il tavolo: da possibile candidata a presidente della Repubblica, in questi giorni si sarebbe trasformata in alternativa a Mario Draghi come prossimo premier. Un nome che andrebbe bene più o meno a tutti, da destra a sinistra, consentendo così di dare continuità all’esperienza di governo e tenere in caldo ancora per qualche mese le preziose poltrone.
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