Come sarà il dopo coronavirus per l’Italia? Un dramma, grazie all’Ue. Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, in un’intervista a La Stampa, parla del post pandemia e annuncia un’altra mazzata per il nostro Paese: “Dopo il virus torneranno in vigore le regole del Patto di Stabilità”. L’Unione Europea – o meglio: il nuovo impero tedesco – torna già a battere su quella che è la sua natura: regole e austerità, austerità e regole. II quadro disegnato dalle previsioni economiche della Commissione europea è drammatico. L’intera Eurozona sta affrontando una recessione storica (-7,7% del Pil), il debito pubblico dell’area euro ha superato quota 100% del Pil e la ripresa accentuerà le divergenze tra i Paesi. E qual è la priorità per Dombrovskis? Il Patto di Stabilità.
Dice: “Perché sono già provviste della necessarie flessibilità che consentiranno di adattarlo alle differenti situazioni economiche in cui si trovano i gli Stati membri”. Beh, certo, basta far piombare la Troika in Italia, ad esempio, e l’ordine tedesco verrà ripristinato. Con buona pace dei cittadini italiani che sono già alla fame, e dei piccoli e medi imprenditori che si stanno togliendo la vita. Dombrovskis vede difficile un’intesa tra i governi per la riforma del Patto, e quindi annuncia la ciliegina sulla torta per fregarci bene: “Il debito di tutti Paesi è sostenibile, quindi tutti potranno avere accesso a linea di credito del Mes. Per quanto riguarda l’Italia, ci aspettiamo che al termine della crisi il debito scenda, anche se a un ritmo più lento di quello della Grecia”.
Continua Dombrovskis: “La crisi ha colpito tutti, ma la capacità di risponde-re sarà molto diversa da Paese a Paese. Alcuni hanno forti capacità, sfruttando anche la flessibilità concessa sugli aiu-ti di Stato. Altri invece meno, per esempio quelli del Sud con alto debito come l’Italia. Oppure quelli dell’Europa centro-orientale”.
Al termine della crisi, però, il Patto di Stabilità tornerà in vigore come prima: “Non possiamo rimanere paralizzati in un dibattito in cui alcuni Paesi dicono che non c’è sufficiente la disciplina di bilancio e altri che invece lamentano l’eccesso di austerità. Fino a quando non ci sarà una decisione su nuove regole, quelle attuali continueranno a rimanere in vigore”. Questa è l’Ue. La soluzione? Andarsene: Italexit.
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