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Di Maio candida l’amico del liceo a Napoli: si allarga la cerchia dei “Pomigliano Boys”

Pubblicato il 21/01/2020 16:14

L’avvincente saga di “C’era una volta il Movimento 5 Stelle” si arricchisce di un nuovo entusiasmante capitolo. Che ha come protagonista, ovviamente, Luigi Di Maio. Anche stavolta il capo politico grillino non ha fatto arrabbiare solo una bella fetta del partito, ma anche tutta la base, cioè il popolo. Certo, ha fatto arrabbiare tutti tranne uno, cioè il beneficiario di questa storia. “È Luigi Napolitano, amico di lunga data di Luigi Di Maio, che ha vinto le contestatissime parlamentarie sulla piattaforma Rousseau”. Un amico storico. Ed è Il Mattino di Napoli a dare notizia dell’ennesimo “suicidio” del M5S. Napolitano, ingegnere, ha sì vinto il round sulla piattaforma Rousseau, ma in una votazione che ha avuto più di un problema procedurale….

Come riporta anche Il Secolo d’Italia, “prima erano stati annunciati cinque candidati. E tra questi non c’era Napolitano. Quindi la sera prima del voto ne sono stati aggiunti altri sei: tra i quali persino un trentottenne che per legge non avrebbe neppure potuto candidarsi per il Senato. E poi, tra le altre accuse, è che ormai sulla piattaforma Rousseau è semplice organizzarsi per farsi votare riuscendo a far iscrivere persone vicine”. E anziché chiarire, l’attuale candidato fantasma di Di Maio si è trincerato nel silenzio. Non risponde a telefonate e messaggi, come leggiamo sul Mattino. Se Napolitano tace, la base grillina urla tutto il suo dissenso. E giustamente.

E sui social ecco qua che il popolo grillino bolla Napolitano come uno dei “Pomigliano Boys”: vale a dire la ristretta cerchia di amicizie di Di Maio. Una sorta di giglio magico renziano in salsa partenopea. E non ci si ferma al caso Napolitano. Gridano infatti vendetta le assunzioni ministeriali già finite nel mirino. Il Mattino ricorda i nomi di De Falco, oggi consigliere comunale a Pomigliano, ma capo segreteria di Di Maio a Palazzo Chigi all’epoca del governo gialloverde; De Falco è stato riciclato sempre a Chigi come consulente del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Riccardo Fraccaro. Da Pomigliano arriva anche Assia Montanino, chiamata per la segreteria particolare di Di Maio quando era allo Sviluppo economico. Che non era riuscita a farsi eleggere con il Movimento 5 Stelle nella città alle pendici del Vesuvio.

Dal Vesuviano, al Mise. Ecco “un altro amico del titolare della Farnesina, Enrico Esposito, originario di Acerra, ex compagno di università di Di Maio. Da lui chiamato a Roma come capo del legislativo, equiparato ad un dirigente con 150mila euro di stipendio. Ma anche al ministero del Lavoro ci sono persone vicinissime a Di Maio. Qui il nome è quello di Luigi Falco, napoletano, ex staff del capo M5s quando era vicepresidente della Camera. Poi portato al Lavoro come capo ufficio stampa. Anche con l’arrivo di Nunzia Catalfo al ministero, il sodale di Di Maio è rimasto al suo posto”. Insomma, che si chiarisca: la gente deve votare Movimento 5 Stelle o “Pomigliano Boys”?

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