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“Non potete più fidarvi di nessuno.” Colpo da 26 milioni con il deepfake. Ecco come funziona la truffa

Pubblicato il 06/02/2024 17:59

Tutto è iniziato con una mail, e oramai non stupisce nemmeno più di tanto perché le truffe, o meglio le cybertruffe, cominciano sempre con un Sms o una mail sospetta. Eppure, stavolta è stato piuttosto facile cascarci, perché c’è di mezzo il “mostro” che abbiamo creato noi umani: l’Intelligenza Artificiale, a uno stadio ancora più evoluto rispetto alla truffa con le voci “clonate” di cui ci siamo occupati appena qualche giorno fa. Siamo a Hong Kong e il dipendente di una importante multinazionale, di cui però non è stato divulgato il nome, ha fatto perdere – in assoluta buonafede – ben 26 milioni di dollari alla propria azienda. Come è stato possibile? Secondo quanto riferito polizia di Hong Kong, i truffatori avrebbero contattato il dipendente fingendosi il direttore finanziario dell’azienda, il Chief financial officer, con sede nel Regno Unito. Nella mail venivano chieste alcune transazioni segrete di denaro, il che ha insospettito l’impiegato, credendo fosse una mail di phishing. Era effettivamente così, ma il dipendente di Hong Kong si è poi tranquillizzato grazie alla videochiamata con i boss londinesi. Qui scatta la parte più incredibile, anche se è tutto dannatamente vero, dell’intera vicenda. (Continua a leggere dopo la foto)
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La truffa più sofisticata di sempre

I volti dei truffatori erano stati modificati utilizzando la tecnologia deepfake, tutti i partecipanti alla riunione erano falsi: erano, cioè, i truffatori ma, grazie all’iperralismo della Intelligenza artificiale, il dipendente credeva di interloquire davvero con i suoi superiori. Durante l’incontro, la vittima ha ricevuto precise istruzioni per inviare il denaro ai truffatori. Le transazioni sono state in totale 15, dirette a 5 conti correnti diversi, per un totale di 200 milioni di dollari hongkonghesi, all’incirca 26 milioni di dollari statunitensi. La notizia è stata riportata dal South China Morning Post, ma è inutile dire che sta facendo il giro del mondo. Baron Chan, un alto funzionario della polizia di Hong Kong, ha riferito che la videoconferenza ha coinvolto diversi partecipanti, ma tutti tranne la vittima erano “fake”. “I truffatori hanno trovato video e registrazioni audio disponibili al pubblico tramite YouTube e hanno quindi utilizzato la tecnologia deepfake per imitare le loro voci e “riprodurre” le caratteristiche biometriche dei volti, al fine di indurre la vittima a seguire le loro istruzioni”, ha spiegato lo stesso Chan. I truffatori, inoltre, hanno messo fretta al dipendente per eseguire rapidamente l’operazione, prima di terminare bruscamente la chiamata. Sette giorni dopo, l’impiegato ha verificato la richiesta scoprendo la truffa. (Continua a leggere dopo la foto)
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La tecnologia deepfake

La tecnologia deepfake è una tecnica avanzata di manipolazione video che permette di creare nuove registrazioni digitalmente alterate che sembrano autentiche ma sono in realtà modificate. Per intenderci, è la stessa tecnica delle celebri foto del finto arresto di Trump. Questo caso è il primo caso noto di utilizzo della tecnologia deepfake per frodi finanziarie, sperando non crei un precedente. Durante la conferenza stampa, la polizia di Hong Kong ha dichiarato però che nell’ultimo periodo sono aumentati gli arresti legati all’utilizzo di deepfake. Chan ha spiegato che otto carte d’identità rubate a Hong Kong (segnalate come smarrite dai loro proprietari), sono state utilizzate per effettuare 90 richieste di prestito e 54 registrazioni di conti bancari tra luglio e settembre del 2023. Non solo: secondo la polizia, sempre più spesso i deepfake sono stati utilizzati per ingannare i programmi di riconoscimento facciale. (Continua a leggere dopo la foto)

La deriva dell’AI

L’ampio utilizzo di deepfake, una delle tante tecnologie spopolate in seguito al boom dell’Intelligenza artificiale, sta diventando motivo di crescente preoccupazione. Di recente, l’attrice Taylor Swift risultava protagonista di un video pornografico, assolutamente fasullo: anche in quel caso era un deepfake generato dall’Intelligenza artificiale. Si tratta, dunque, di uno degli innumerevoli esempi circa i potenziali, e gravi, rischi derivanti dal cattivo uso dell’Intelligenza artificiale.

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