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Ora Ferragni va all’attacco. Ma il Codacons tuona: “Arrogante e contro la legge”! Cosa è successo

Pubblicato il 05/02/2024 13:49

Dev’essere sempre più difficile stabilire un criterio di comunicazione per il team di Chiara Ferragni. Sembra che nulla funzioni. Né il tentativo di apparire serena e felice. Né postare foto di vacanze che poi, per motivi che abbiamo spiegato, sollevano ulteriori polemiche e dubbi. Né apparire contrita, pentita e non curata, avvolta in una tuta grigio topo. E ora che le disdette di contratto dei partner commerciali dell’influencer si stanno moltiplicando, dev’essere ancora più difficile. Perché qui sono in gioco, oltre alla reputazione, anche contratti e guadagni. Ecco dunque che dopo l’annuncio delle Cartiere Pigna di rescissione unilaterale del contratto di collaborazione, la società Fenice – riconducibile a Ferragni – ha deciso di passare al contrattacco. Subire passivamente per sempre non è un’opzione, e questo è comprensibile. Ma anche attaccare come ha fatto Fenice potrebbe non essere una grande idea. (continua dopo la foto)

La società legata all’influencer ha scritto un comunicato molto duro contro Pigna. Che aveva chiarito di voler rescindere il contratto “per rispetto del codice etico” dell’azienda. Ma Fenice ha risposto contestando “la violazione da parte di Pigna del contratto in essere. E la legittimità dell’interruzione unilaterale dei rapporti commerciali. L’illegittimità della decisione di Pigna è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership. Una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto”. Una replica inattesa, almeno per la pesantezza dei modi. Che, si sospetta, dovrebbero servire a far desistere altre aziende dal chiudere ulteriori collaborazioni in essere. Ma al comunicato di Fenice, nemmeno a dirlo, ha immediatamente fatto seguito la risposta, pesantissima, del Codacons. (continua dopo la foto)

“Le dichiarazioni contro Pigna rilasciate da Fenice srl, la società che gestisce i marchi di Chiara Ferragni, appaiono non solo arroganti, ma anche contrarie alle disposizioni di legge”, ha scritto il Comitato di difesa dei Consumatori. “La scelta di Pigna è perfettamente coerente con la funzione di un contratto di sponsorizzazione, caratterizzato da un forte rapporto fiduciario fra le parti”. Il Codacons cita poi gli articoli di legge che renderebbero inattaccabile la decisione dell’azienda bergamasca. Visto quanto accaduto con il caso del Pandoro Balocco, per il quale Ferragni è stata condannata a un risarcimento, è quindi “legittimo esercizio il diritto di recesso. Pigna ha voluto separare la sua immagine da quella fortemente viziata da una pratica commerciale che è stata sanzionata anche per l’aver sfruttato la vulnerabilità di chi dona con il desiderio di aiutare bambini bisognosi”. (continua dopo la foto)

Al termine di questa dura requisitoria, il Codacons si è detto poi “pronto ad affiancare legalmente Pigna. E tutte le altre aziende che hanno rapporti con Chiara Ferragni in qualsiasi temeraria azione legale l’influencer, e le società a lei riconducibili, dovessero intraprendere”. Insomma, anziché smussarsi con il tempo lo scontro sembra diventare sempre più feroce. Comprensibile, visti sia gli interessi in ballo, sia l’ondata di sdegno popolare che si è sollevata per ciò che le indagini stanno portando alla luce. Un mondo, quello degli influencer, che dopo questa tempesta dovrà cambiare. Adottando regole precise ed eliminando le zone d’ombra. E almeno su questo non ci sono dubbi.

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