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È giallo sui dati dei morti a causa del Covid: ecco come hanno gonfiato i numeri

Pubblicato il 19/01/2022 10:47

Tutti i nodi pian piano stanno venendo al pettine. Una delle ultime grandi menzogne che il governo stava cercando di difendere è crollata. Parliamo del bollettino giornaliero coi dati relativi al Covid. Dopo l’accusa di Bassetti che aveva già rivelato che quei numeri fossero falsati, ora sono loro stessi ad ammettere l’errore di calcolo. E a fare le pulci a quei dati falsi si scopre anche altro. Come si legge su Il Tempo, infatti, “c’è qualcosa che non torna nel numero di decessi inserito quotidianamente nel bollettino del ministero della Salute. Se ci concentriamo sulla situazione negli ospedali, ci accorgiamo che i morti a causa del virus nelle terapie intensive sono molti meno. Come è possibile? Dove muore la maggioranza dei malati di Covid?”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Partiamo dai dati. Il 12 gennaio scorso c’erano 1.669 ricoverati in rianimazione per Covid. Ieri erano 1.715. In leggero aumento (46 in più). Ogni giorno ci sono più di cento malati che entrano nelle terapie intensive di tutto il Paese, altrettanti che escono. Chi lascia i reparti dove sono ricoverati i pazienti più gravi lo fa per due motivi: o perché è guarito o perché non ce l’ha fatta. Il bollettino del ministero della Salute fornisce solo il numero degli ingressi (989 nell’ultima settimana). Ma è facile calcolare anche quanti sono usciti (951 negli ultimi sette giorni). Purtroppo, non sappiamo quanti sono i dimessi e quanti i morti. Il bollettino non fa questa distinzione”. Il virologo Andrea Crisanti ha detto in tv che la probabilità di sopravvivere in terapia intensiva è di circa il 50%. “Significherebbe che di questi 951 pazienti usciti nell’ultima settimana, 475 sono morti. Circa 67 al giorno”. (Continua a leggere dopo la foto)

Analizza Il Tempo: “Ora, mettiamo per assurdo, nella peggiore delle ipotesi, che non sia guarito nessuno. Vorrebbe dire che ogni 24 ore ci sono circa 135 decessi nelle rianimazioni di tutta Italia. Come è possibile, allora, che il bollettino quotidiano del Ministero ci fornisca numeri molto più alti? La media dell’ultima settimana è addirittura di 323 vittime al giorno. Dove muore la maggioranza dei malati di Covid? Come è possibile che perdano la vita in un altro reparto? Chi è ricoverato per altri motivi, infatti, se si aggrava a causa del virus viene subito portato in terapia intensiva. Il sospetto è che ci sia un numero molto alto di morti per altre cause che viene registrato come ‘decesso Covid’ solo perché positivo al tampone”. Ed ecco dunque svelato il grande inganno sui numeri. Utili, però, per continuare ad alimentare un allarmismo senza fondamento e a giustificare restrizioni e leggi liberticide. (Continua a leggere dopo la foto)

Ospite ad “Accordi e disaccordi”, Crisanti commentava le terapie intensive del Paese, 1.679 il 14 gennaio. “Una persona rimane in media in terapia intensiva 20 giorni e ha una probabilità di decesso pari al 50 per cento. Questo significa che ogni 20 giorni muoiono 800 persone in terapia intensiva, quindi muoiono 40 persone al giorno. Allora, io voglio porre un problema che, a mio avviso, ha anche una componente etica: dove muoiono le altre 260 persone? È una cosa che bisognerebbe dire perché i 300 morti non sono giustificati dai posti occupati in terapia intensiva. Vuol dire che ci sono morti annoverati come morti di Covid che sono al di fuori della terapia intensiva. La matematica non è un’opinione”. Lo stesso è stato poi detto anche da Matteo Bassetti: “La verità non è più rinviabile”. E per una volta concordiamo con lui.

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