x

x

Vai al contenuto

Covid: mazzette, sprechi e appalti truccati. Da Nord a Sud, le indagini e la cifra spaventosa di spese sospette

Pubblicato il 01/03/2021 11:06

I numeri della vergogna… Da Nord a Sud venti procure indagano sul malaffare legato al Covid. Tra mazzette, tangenti, appalti truccati e sprechi la cifra dell’orrore che si raccoglie in tutta Italia e su cui la Guardia di Finanza sta lavorando riguarda 2 miliardi.

Le inchieste, riferisce la Repubblica, sono almeno venti: Milano, Roma, Napoli, Torino, Bari, Reggio Calabria, Messina, Trani… Dalle ricostruzioni delle Procure su ciò che è accaduto emerge un racconto impietoso. L’immagine è quella di un grande sacco in cui le manine di chi ha voluto speculare sul denaro pubblico sono finite dentro.

La Repubblica specifica che i pm di Milano e Roma indagano sulle forniture, quelli di Napoli sui tamponi, mentre in Campania e Sicilia si fa chiarezza sul business degli ospedali da campo temporanei. 

La prima tangente scoperta risale a un anno fa, a Nichelino alle porte di Torino. Si trattatava di un appalto per la sanificazione di un Comune. Sempre un anno fa, ma a Milano, avevano inizio gli acquisti folli della centrale acquisti del Pirellone (Aria Spa), che si trovava a corto di dispositivi di protezione per medici e infermieri e “comprava qualsiasi cosa con procedure di emergenza e senza farsi troppe domande”. Tra Regione, ospedali e aziende sanitarie locali si è arrivati a una spesa di 430 milioni di euro con 457 affidamenti. Repubblica ha ricostruito 8 assegnazioni “che non sono andate a buon fine e che hanno portato a un danno per le casse pubbliche”. 

Vi è il caso della Enuma Ltd, un’oscura società intermedieria con sede a Hong Kong, che si è aggiudicata un pagamento da 1,6 milioni; poi il caso dell’azienda Sunflower Ltd, sempre con sede a Hong Kong, che ha consegnato merce non conforme.  Anche la Surgimill Medical Systems Private Limited, società indiana con sede a Haryana e produttrice di lettini “in teoria sanitari” ha inviato i prodotti “privi di qualsiasi certificazione e quindi inutilizzabili”. Riportiamo anche il caso della Eclettica di Turbigo, che aveva ricevuto da Aria 10 milioni sulla fiducia, in cambio della promessa di forniture di dpi che però sono arrivati solo in parte. 

Olre ai dispositivi di preotezione c’è anche il capitolo dei vaccini antinfluenzali da considerare. Sono finite nel mirino due società: la farmaceutica Falkem Swiss, “che aveva fatto alla Lombardia un prezzo 5 volte più caro rispetto a Veneto ed Emilia”, e la Studio Dr. Makamp, uno studio dentistico di Bolzano che era riuscito ad aggiudicarsi come intermediario  una delle dieci gare per 150 mila vaccini. 

Quello degli ospedali temporanei è “probabilmente uno dei business più importanti di questa emergenza”, riferisce la Repubblica. A messina c’è una struttura che è rimasta incompiuta e che ne è diventata emblema. Solo il noleggio di lettini speciali, ognuno al prezzo di 65 euro al giorno, sono costati 85.644 euro. Ma i dieci posti letto previsti dalla nuova terapia intensiva del Covid Hospital non sono mai entrati in funzione, corridoi e stanze vuote, si parla di una Rianimazione “fantasma”. Vi erano anche 43 monitor mai estratti dalle rispettive scatole. Gli sprechi sono andati avanti fin quando a novembre Repubblica ha denunciato il caso e i letti sono stati restituiti, mentre i monitor distribuiti agli ospedali della provincia. 

Una trama indecente molto simile a quella andata in scena in Piemonte, dove i due Covid Hospital “allestiti l’anno scorso con grande dispendio di risorse -4,5 milioni di euro- si sono rivelati investimenti a perdere”. Strutture che almeno in parte e seppur per un periodo di tempo limitato, hanno funzionato. Cosa diversa è accaduta a Bari, dove la struttura non ha funzionato nemmeno per un giorno. L’ospedale doveva costare 9 milioni di euro ed essere pronto subito dopo Natale, ma ci sono stati diversi intralci, per esempio avevano dimenticato di realizzare il bagno per i pazienti, che hanno fatto lievitare i prezzi fino a raggiungere quasi una quota doppia (17 milioni). A metà gennio, dopo 45 giorni di lavori, è stato consegnato al Policlinico di Bari, ma ancora ad oggi “nemmeno un medico, un infermiere, un paziente, ne ha mai varcato la soglia”.