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Vogliono azzoppare la commissione d’inchiesta Covid. E stavolta il sabotaggio non arriva dall’opposizione…

Pubblicato il 06/04/2023 08:21 - Aggiornato il 07/04/2023 09:54

Questa commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia non s’ha da fare. E pazienza se gli italiani aspettano da mesi di conoscere la verità sugli errori commessi durante quei giorni drammatici e costati preziose vite umane: una parte del mondo della politica ha deciso di impedire a tutti i costi che vengano svolti ulteriori indagini e approfondimenti e sta facendo di tutto per mettersi di mezzo. La novità è che mentre in passato era dalle parti dell’opposizione che si registravano tentativi di sabotaggio, stavolta è una delle forze a sostegno del governo Meloni a tentare di gettare sabbia negli ingranaggi di un meccanismo che non è stato ancora nemmeno messo in moto: la Lega di Matteo Salvini. Nelle scorse ore, infatti, nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato si sarebbe dovuto votare il testo base unificato per l’istituzione della commissione. Poco prima della conta, però, ecco che alcuni esponenti del Carroccio hanno fatto saltare il banco. (Continua a leggere dopo la foto)
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commissione inchiesta covid

Come raccontato dal Giornale d’Italia, pomo della discordia sarebbe stato l’articolo 3 del documento, che al comma “g” dà mandato ai parlamentari di fare chiarezza sugli acquisti di dosi di vaccino, “nonché sull’efficacia del piano vaccinale predisposto”. Ma proprio la Lega, su impulso dell’onorevole Arianna Lazzarini d’intesa con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, si sarebbe fatta avanti in extremis per chiedere l’eliminazione dal testo di ogni riferimento a vaccini e zone rosse. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il dietrofront della Lega sarebbe stato accolto con favore anche da alcuni esponenti di Forza Italia. E d’altronde, il motivo non è difficile da immaginare: tanto i verdi quanto gli azzurri hanno sostenuto, a suo tempo, il governo Draghi e non sprizzano certo gioia all’idea che si vada a guardare indietro alla ricerca di errori (e orrori) commessi. Lo scontro, stando alle indiscrezioni, interesserebbe anche il delicato tema degli effetti avversi, tenuti nascosti per mesi e mesi nonostante i casi sempre più numerosi. (Continua a leggere dopo la foto)

E così mentre all’estero il Congresso americano ha messo sotto torchio l’ad di Moderna Stéphane Bancel e il Senato francese ha interrogato il vertice transalpino di Pfizer, dalle nostre parti si rischia di bruciare l’ennesima occasione per far luce su quanto accaduto. Il voto, al momento, è stato soltanto rinviato di una settimana. Ma la sensazione è che le trattative tra i partiti porteranno alla nascita di una commissione “monca”, priva dei strumenti adatti a portare a galla la verità. Le responsabilità di tutto questo non sono più imputabili alla sola opposizione.

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