Ogni tanto è bene uscire dalla narrazione ideologica di certi politici e di certi media. E dare la parola agli esperti. Perché sulla decisione del Comune di Bologna di limitare la velocità a 30 all’ora nei centri urbani si è scritto tanto. Ma ci si è dimenticati di citare numeri e statistiche. Che ci dicono che in tutta Italia, in un anno, i pedoni vittime di incidenti stradali sono 441. E che la maggior parte di queste tragedie avviene su strade extraurbane. La soluzione non è bloccare il traffico e mettere in difficoltà i mezzi pubblici, i lavoratori, i negozi e i pendolari nelle metropoli. Basterebbe far rispettare i limiti vigenti. E non è tutto. Perché anche l’altro mantra delle Giunte Rosse, quello sullo smog, viene smentito dai numeri. A spiegarlo è il Professor Giuricin, economista dei trasporti, in un’intervista pubblicata dalla Verità. (continua dopo la foto)
“Io eviterei l’approccio ideologico”, esordisce l’esperto. “Proverei piuttosto a valutare la misura partendo dai dati e dall’analisi tecnica”. Un approccio inattaccabile. Che va a spazzare narrazioni fantasiose e contrapposizioni politiche. E con moderazione e senso della realtà, indica come possa avere un senso limitare la velocità delle auto in un 15-20% delle aree urbane. Ma di come farlo su quasi tutto il territorio sia controproducente. “Questo perché”, spiega Giuricin, “si ottiene il risultato di congestionare il traffico e di aumentare l’inquinamento”. A comprovarlo è uno studio effettuato dal Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Viaggiando a 50 all’ora si inquina meno che viaggiando a 30. “E’ ovvio che riducendo le velocità si diminuisca il rischio di incidenti”, prosegue Giuricin. “Ma ci sono altri provvediment che potrebbero avere un’incidenza maggiore. Basterebbe far rispettare i limiti e le regole che già esistono. Gli incidenti si ridurrebbero di molto”. (continua dopo la foto)
Il Professore mette l’accento, più che sulla necessità di controlli, sul lavoro di educazione e prevenzione per gli automobilisti. Ma anche con i ciclisti e con chi usa i monopattini, perché spesso sono proprio questi ultimi a non rispettare il codice della strada. C’è poi il problema della viabilità: in molte città italiane la gestione dei flussi non è ottimale. “Per esempio”, spiega Giuricin, “avere delle piste ciclabili disegnate con un senso, e non con un tratto di vernice per terra, è importante sia per il traffico, sia per ridurre gli incidenti”. Sul caso di Bologna, l’esperto è chiaro: “Avrei preferito che ci fosse una maggiore analisi di base prima di arrivare a una decisione del genere”, ha spiegato. “Che riguarda l’80% del territorio cittadino. Una porzione enorme. E se mettiamo sul piatto vantaggi e svantaggi, mi pare evidente che la bilancia penda più dalla parte dei rischi che dei benefici”.